Amarcord
MilanNews.it-Bigon: “Bojan come Platini: anche lui fece fatica all’inizio. Ibrahimovic non tornerà. Petrodollari? E’ il business. E Allegri rimarrà”
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12 anni agoon
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RedazioneAlbertino Bigon, protagonista della scena rossonera per quasi un decennio, è intervenuto ai nostri microfoni. Intercettato telefonicamente, l’ex-centrocampista ha analizzato insieme a noi l’attualità di casa Milan sotto diversi punti. Ecco la sue parole, in esclusiva perMilanNews.it.
Albertino Bigon, subito una domanda diretta: cosa non sta andando in queste prime giornate di campionato in casa rossonera?
E’ difficile dirlo dal fuori. In generale bisogna fare una riflessione su quello che è la strategia adottata dalla società per affrontare questo nuovo campionato. Questa passa attraverso una profonda rivoluzione dell’organico. Ci vorrà del tempo per arrivare ai risultati sperati. Ovviamente c’è stato un cambio generazionale. Bisognerà dar tempo a Massimiliano Allegri e ai suoi assistenti, così come ai giovani che si stanno affacciando in prima squadra: per maturare e crescere. E per sviluppare le potenzionalità che hanno, ci sono dei giocatori validi.
Tra i più validi, appunto, compare anche Bojan Krkic. Lui non si è ancora espresso al meglio, anche perché non ha avuto modo di farlo. Pensa possa essere una pedina importante per la causa rossonera?
In questo momento la presenza di El-Shaarawy penalizza un po’ quella di Bojan: non li vedo molto complementari. L’italo-egiziano sta dando qualche garanzia in più, anche il suo carattere lo favorisce in questo: la scelta di Allegri nello dare spazio ad El-Shaarawy penso sia azzeccata. Quando vedevo Bojan in Spagna mi dicevo: “Magari ad avere in Italia uno come questo!”. Ora è nel nostro Paese, bisogna dargli un po’ di tempo. Non dimenticate una cosa: anche per Platini, quando arrivò in Italia, non fu facilissimo. Tempo al tempo.
Spostandoci di qualche metro nel rettangolo di gioco troviamo Boateng. Senza dubbio, in questo inizio di stagione, le sue prestazioni non stanno entusiasmando l’ambiente. Cosa gli succede?
Trovo difficile valutare questo argomento dall’esterno. C’è chi dice che si è imborghesito, che è meno carico dell’anno scorsto, etc. Non tutte le annate sono uguali. Posso dire che lui ha una grande carica agonistica. Boatengi s trova molto bene in Italia. Se pensa come ho fatto io, ovvero che un ambiente come quello del Milan non è facile trovarlo nell’Italia e nel mondo, allora darà ancora molto per questa maglia per far togliere diverse soddisfazioni ai tifosi milanisti.
Parlando d’altro, come giudica le dichiarazioni di Ibrahimovic? Sono solo parole di facciata o c’è un vero e proprio “mal di pancia”
Senza sapere la sua domanda ho anticipato prima la mia risposta. Lo stile Milan è lo stile Milan. Non c’è in molte società nel mondo, nonostante la grandezza dei mezzi del PSG. Credo che rimpiangere una squadra come il Milan ci sta. Po ci sta che la stampa abbia amplificato e dato diverse interpretazioni alle sue dichiarazioni. La cosa importante è che lui si sia trovato bene in rossonero. Se ritornerà, da dirigente o da allenatore, vuol dire che è stato bene. Per quanto riguarda un suo ritorno da giocatore? Meglio non illudere nessuno, questo è chiaro e netto: il contratto di Ibrahimovic non rientra più nella strategia che la società sta portando avanti. E’ un capitolo chiuso sotto quell’aspetto.
In questo periodo di voci sul futuro della panchina rossonera ce ne sono state tante. Il suo pensiero?
Dire che la società non creda in Allegri è una cosa assurda. Se la società ha stabilito questa nuova gestione, sa benissimo a cosa sta andando incontro, così come è consapevole che per passare da una fase a un’altra ci vuole del tempo. Facciamo lavorare con tranquillità Allegri che, secondo me, gode della piena fiducia di Gallliani e Berlusconi.
Un’ultima domanda. Ha appena citato Berlusconi: favorevole o contrario a un possibile ingresso di qualche imprenditore russo o arabo nella società? Vista la crisi economica e la recessione globale, è utopistico pensare a qualcosa del genere?
Stiamo parlando di un uomo d’affari oltre che del Presidente del Milan da tanti anni. I capitali servono. Queste possibilità sono già sbarcate in Inghilterra e in Italia sono già arrivate con gli americani a Roma. Chiunque siano, arabi o uomi dell’Est, non vedo cosa ci sia di strano. I cinesi sono arrivati all’Inter: fa parte del business.
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