Amarcord
Milito: “Spero che con Mancini l’Inter possa svoltare”
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10 anni agoon
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RedazioneIl suo nome rimarrà indelebile nella mente dei tifosi nerazzurri. La doppietta al Bayern Monaco nella finale di Champions League del 2010 che ha portato l’Inter dopo oltre quarant’anni sul tetto d’Europa rimane il momento più alto di un’avventura straordinaria, ricca di successi e gloria. Alla pochi giorni dal derby, ed in un periodo così delicato per la società nerazzurra, Diego Albero Milito, direttamente dall’Argentina, torna a parlare di Inter, analizzando gli ultimi avvenimenti di casa meneghina: “Ovviamente sono ancora legato all’Inter, lo sarò per sempre. Amo tutto dell’Inter, la città, i tifosi. Ho vissuto momenti indimenticabili. Da lontano non è semplice ma cerco sempre d seguire tutte le partite. Con Moratti ho avuto un rapporto speciale”.
Icardi – A pochi mesi dal ritorno in patria, Milito racconta le dinamiche che lo hanno portato a concludere la propria esperienza con l’Inter: “Finiva il contratto, sentivo che era il momento di andare via e lasciare spazio ad altri giocatori. Ovviamente tutto con un po’ di tristezza, è un club a cui tengo molto, che mi ha dato tantissimo”. Il suo posto in attacco, però, è stato preso da un altro argentino, il giovane Mauro Icardi: “Non so se lui possa essere il mio erede. Gli auguro di segnare in finale di Champions. E’ un grande attaccante, giovane e con ampi margini di miglioramento. Farà la sua strada, come altri che sono all’Inter”.
Mancini – L’obiettivo nerazzurro è il terzo posto, che garantisce l’accesso ai preliminari di Champions League e, per l’argentino, il ritorno di Mancini potrebbe portare nuovi stimoli: “Spero che Roberto sia l’uomo giusto per l’Inter, me lo auguro. Parlare di Mancini è facile, tutti lo conoscono. E’ un allenatore che ha grande esperienza, non ho dubbi che riporterà l’Inter in alto. Conosce la piazza, è voluto bene dai tifosi. Io ci credo. L’Inter ha un gruppo costruito per raggiungere certi traguardi, me lo auguro. E’ una squadra grande, e le squadre grandi devono sempre lottare per il vertice”.
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