Amarcord
Moggi: “Io radiato? Come un omicidio”
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10 anni agoon
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RedazioneL’ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi, a margine della presentazione del suo libro a Viterbo, torna ad usare parole pesanti nei confronti di Calciopoli.
“Calciopoli nasce con la guerra di eredità dopo la morte di Agnelli che vede nel mezzo la Juve guidata, all’epoca, da Umberto. Giraudo era il suo delfino e la paura che potesse appropriarsene fu tanta. Non ci potevamo mandare via dicendo che non eravamo bravi e lo hanno fatto sputtanandoci. Ci sono riusciti”, sono le parole riportate da Tusciaweb.eu.
“Molti ancora mi chiedono quello che penso e lotto per rientrare nel calcio visto che con Giraudo siamo stati radiati per effetto di una colpa che non abbiamo. Un omicidio senza il morto. I processi dimostrano che non ci sono stati campionati falsati e che addirittura le società costituitesi parte civile non hanno diritto a nulla. Noi non abbiamo fatto illeciti a differenza di Milan, Inter, Fiorentina e Lazio, denunciati da Palazzi. E chi rischia di più è l’Inter per i comportamenti di Facchetti. Noi siamo arrivati tardi con le intercettazioni e non abbiamo potuto difenderci. Era difficile però trovare la telefonata giusta su 170mila conversazioni”.
Il ricorso in Cassazione: “Me ne hanno dette di tutti i colori per la chiamata al designatore arbitrale Bergamo che mi chiese quale direttore sportivo volessi per una partita della Juve. In quella conversazione, venne fuori il nome di Rodomonti che, però, non avevo fatto io. Lo stesso Rodomonti che in Inter-Juve del 2004 non espulse il portiere nerazzurro Toldo per un fallo evidente. Si venne successivamente a sapere che, prima di quella partita, Rodomonti fu chiamato dal designatore Bergamo che contattato a sua volta dal presidente della Federazione Carraro, gli disse di non concedere favori alla Juve. Altrimenti ne avrebbe pagato le conseguenze”.
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