Amarcord
Palermo, ecco il ritorno dell’ex…mitragliatore
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12 anni agoon
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RedazioneIl calcio è pieno zeppo di personaggi estrosi, per non dire strani. Fuoriclasse come Balotelli e Cassano e mezze tacche come fate un po voi. Mauricio Pinilla è una via di mezzo. E bravo: tecnicamente valido, fisicamente potente e tatticamente accorto. Ma soprattutto fa gol. In tutti i modi: di testa, di piede, fuori e dentro laria, dastuzia e di forza. Anche su rigore, se glieli fanno battere (a Palermo lesclusiva laveva e ce lha Miccoli).
Insomma è un attaccante completo. Mettiamoci che è anche un generoso, un trascinatore e si capisce perché piace così tanto alla gente. Persino i molti infortuni, spesso autentici ma altrettanto spesso utili a camuffare qualche bizza di troppo e le frequenti intemperanze caratteriali, lo rendono simpatico un po a tutti. Anche nel lontano Cile, dove fu paragonato addirittura a Zamorano, viene seguito con un affetto superiore alle sue performance strettamente calcistiche. In Nazionale viene convocato quasi sempre ma gioca raramente per colpa di mille acciacchi. Anche stavolta, la sua presenza di ritorno da un raduno della Roja è a rischio.
Pinilla è il grande ex del derby delle Isole, partita inaugurale del terzo turno di campionato, tra due squadre in gravi ambasce, con i tecnici sotto esame, per non dire con la tremarella addosso, al cospetto dei due presidenti mangia-allenatori più feroci della serie A, Zamparini e Cellino (decine di esoneri a testa).
Ma torniamo a Pinilla. Arriva giovanissimo in Italia nel 2003 acquistato nientemeno che dallInter e con ottime referenze. Va al Chievo ma non riesce ad imporsi, complice una vita sregolata e sintristisce in giro per il mondo (Vigo, Lisbona, Santander, Universidad de Chile, Vasco de Gama ecc). Tocca il fondo a Cipro, al Limassol, dove sembra ormai relegato allanonimato più nero ma dove riesce a mettersi in mostra. Sabatini, attuale ds della Roma, lo riscopre e lo segnala al Grosseto, che lo acquista. E la rinascita: diventa il calciatore con più gol consecutivi (13) insieme a Battistuta e realizza 24 gol in 24 partite, prima di un grosso infortunio. Zamparini se ne innamora, caccia un bel po di milioni e lo porta in rosanero, dove ritrova il mentore Sabatini e un allenatore come Delio Rossi che lo valorizza.
E amore con i tifosi, che lo eleggono a beniamino. Amore ricambiato. Il primo anno fa 9 gol. La scorsa stagione, il cileno gioca poco: ciò malgrado, lambiente continua a ben considerarlo. Sui social network giura, in più occasioni, fedeltà alla maglia. A Natale vola in Patria e succede qualcosa di ancora misterioso. Il suo rientro viene più volte rimandato per cause oscure. Si rompe lidillio. Improvvisamente, nel giro di poche ore, viene ceduto non alle grandi squadre che pure lavevano avvicinato (Inter compresa), bensì al Cagliari. Sgomento nella tifoseria, doppio: si perde un totem e pure nel momento di maggior penuria di attaccanti. Zamparini che laveva definito poco prima un uomo con la testa di un bambino lha girato, sostiene, allamico Cellino, a sua volta in difficoltà e senza punte, per fargli un favore a prezzo di realizzo e con riscatto per una cifra assai modesta. Cellino lo ringrazia pubblicamente e gongola, a ragione: Pinilla contribuirà con 8 gol alla salvezza dei rossoblù e viene riscattato.
Prima però si macchierà di un gravissimo delitto di lesa riconoscenza agli occhi dei suoi antichi tifosi rosanero, che pure lavevano difeso contestando la scelta societaria di cederlo. Un paio di giornate appena dopo il discusso trasferimento in Sardegna, non solo segna ai rosanero (è il suo mestiere, pazienza) ma esagera nelle esultanze arrivando addirittura a mimare il gesto della mitragliata verso gli spalti. Inaudito. Ce nè abbastanza per urtare la suscettibilità dei suoi ex sostenitori che, da quel giorno, non aspettano altro che ritrovarselo contro per esprimergli (siamo certi, entro le forme dellurbanità) la propria disapprovazione.
Sottolineando la differenza con laltro ex appena sceso al Barbera. Edinson Cavani. Altra pasta di ragazzo. Marca lo 0-3 e non esulta, malgrado a Palermo parte del pubblico (se lo ricordino!) trovasse da ridire su 30 gol in due campionati e un comportamento inappuntabile in campo e fuori. Pinilla non è Cavani (e lo stesso Cellino se ne sta accorgendo ). Ma si sa, ognuno è fatto a modo suo
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