Amarcord
Pato e gli altri: i “grandi assenti” della Serie A 2012/2013
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12 anni agoon
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RedazioneIl campionato di Serie A, come sempre, sta portando alla ribalta i soliti noti (vedi Cavani e Milito), qualche sorpresa inaspettata (leggasi El Shaarawy) ma anche più di una delusione, difficilmente preventivabile. Andiamo a scoprire insieme quali sono stati, finora, i grandi assenti di questa stagione, esaminandoli ruolo per ruolo.
Tra i pali sicuramente è Abbiati ad aver deluso più di tutti. Lestremo difensore rossonero è sempre stato elemento di grossa affidabilità. Non un fenomeno, ma uno cui poter affidare la porta senza preoccuparsi di chissà quali conseguenze. Le insicurezze, però, lo hanno portato a lasciare il passo ad un più reattivo Amelia. Dovendo fare un altro nome, ci saremmo quantomeno aspettati che Curci, in quel di Bologna, insidiasse Agliardi nel ruolo di titolare. Sia chiaro, lex romanista è andato in terra felsinea a fare la riserva, ma si pensava potesse creare qualche grattacapo al collega. Nulla da fare, appena due presenze, seppur senza neppure un goal subito.
Tra i difensori è giusto citare per primo Alvaro Pereira. Giunto allInter in pompa magna, grazie ad un assegno di ben 11 milioni di euro, ha sin qui dimostrato poco e niente, tanto che Stramaccioni lo sta utilizzando col contagocce. Diversa la posizione di Dusan Basta che, ad oggi, ha giocato appena la metà delle partite in cartello. Colpa dei troppi infortuni, che ne hanno limitato la presenza sul campo da gioco. Trattasi di calciatore di alto livello, ed il suo rientro a pieni giri sarà fondamentale per il prosieguo della stagione dellUdinese. Davide Astori, al contrario, ha disputato ben 13 dei 16 incontri disponibili. Il suo rendimento, tuttavia, è stato sin qui a dir poco disastroso. Forse il ragazzo ha risentito della mancata cessione nella scorsa estate, forse in lui sono state riposte eccessive speranze, ma fatto sta che, probabilmente, Cellino si starà ancora chiedendo perché non lo ha lasciato andare a Mosca. La più grande delusione, comunque, risponde sicuramente al nome di Matias Silvestre. Dopo essersi segnalato tra i migliori difensori degli ultimi anni in Italia, ha patito oltremodo il salto in una grande piazza come quella nerazzurra. E non meglio è andata a colui che lha preceduto in terra meneghina, vale a dire Lucio, andato alla Juve sapendo sì di non essere tra i titolari, ma mai immaginando di trovarsi, a metà campionato, con appena una partita allattivo. Qualcosa in più ce la si aspettava anche da Ciani, difensore giunto alla Lazio con lintento di togliere il posto a Dias, ma rimasto più che altro a guardare.
Tra i centrocampisti, certamente si credeva di vedere Birsa in campo ben più delle due volte in cui Ventura gli ha dato fiducia. Valdes, a Parma, sta giocando con una certa continuità, ma in campo è lesatto manifesto della discontinuità: crea poco, e si fa ammonire spesso. Tuttavia, i due mancati protagonisti che hanno destato più scalpore sono Simone Pepe e Daniele De Rossi. Il primo ha patito una lunga sequela di infortuni, lultimo dei quali lo terrà fuori fino allanno nuovo. Il secondo sta pagando invece le continue incomprensioni con Zeman, che lo hanno sfiduciato oltremodo: peccato, perché parliamo di uno dei centrocampisti più forti del mondo. Sta giocando troppo poco anche DAgostino. Per uno finito, in passato, nelle mire di Juventus e Real Madrid (ma sarà vero?), la panchina del Siena deve essere un macigno eccessivo da sopportare. Maluccio anche Isla, arrivato alla Juventus tra gli applausi di tutti, e sin qui andato tra pochissimi alti e molti bassi, come dimostrato dalla penosa partita contro il Milan: ha sicuramente i mezzi per risollevarsi. Un altro che ad inizio anno si candidava a grande protagonista di questo campionato era Marco Rigoni, del Chievo. Dopo aver fatto grandi cose a Novara lo scorso anno, in questa stagione è finito subito ai margini della squadra scaligera, giocando appena 6 partite. Impossibile non citare anche Ederson: la Lazio lha inseguito per anni, ed ora che lha trovato è costretta ad utilizzarlo poco per via delleccessiva propensione ai malanni del pur validissimo brasiliano.
Andiamo infine agli attaccanti. Dopo aver dimostrato, nella passata Serie A, di possedere numeri importanti, Ibarbo non è più riuscito a trovare il giusto spazio. Appena 11 le presenze (per lo più spezzoni) e di goal neppure a parlarne. Sempre rimanendo in terra sarda, Pinilla sta conoscendo più che altro le stanze dellinfermeria, e quando è stato mandato sul terreno di gioco ha fatto davvero poco e male: in 9 partite appena una segnatura, ed un penalty fallito sul groppone. Muriel avrebbe dovuto dar manforte allattacco dellUdinese, ma si è subito fatto male e non sta avendo modo di essere utile alla causa udinese, come fatto invece a Lecce. Deludente a dir poco Meggiorini, pupillo di Ventura che non manca mai di lodarne lapporto alla squadra. Per carità, grosso spirito di sacrificio, ma se fai lattaccante e scendi 14 volte in campo, non fare neppure un goal è una grossa colpa. Il colombiano Pabon, del Parma, nel precampionato aveva lasciato intravedere numeri importanti. Siamo ancora qui, ad aspettare che possa confermarsi, perché le qualità ci sono e perché i problemi familiari da lui avuti sono talmente grandi da poter condizionare chiunque. Il grande bocciato, al momento, è però Pato: 4 partite, 0 goal segnati, 1 rigore sbagliato, e la solita collezione di infortuni. A concorrere per il più grande assente tra gli avanti cè comunque anche Pandev, partito bene, ma sparito ben presto dal radar dei migliori attaccanti del campionato. Non pervenuti, per motivi diversi, i vari Zarate, Hernandez ed Acquafresca, eterne promesse destinate – pare – a rimanere tali.
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