Amarcord
Pirlo: “La noia da Milan era un rischio che non volevo correre”
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12 anni agoon
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RedazioneDal Milan alla Juve, con qualche speranza maggiore ma senza un regalo speciale e meritato.
Andrea Pirlo, ex centrocampista del Milan ma ancora prima dell’Inter, è passato alla Juventus un anno e mezzo fa, accettando un contratto più oneroso rispetto a quello che offriva la società di Via Turati.
Nella sua biografia, intitolata “Penso, dunque gioco”, scritta a quattro mani con il giornalista di Sky Sport 24 Alessandro Alciato, in uscita il 30 Aprile, lo juventino ha confessato che con il Milan “Ci siamo lasciati senza rimorso. In mezz’ora, arrotondando per eccesso, ero fuori da lì. Quando si ama serve tempo, quando il sentimento muore può aiutare una scusa. ‘Andrea, il nostro allenatore Allegri pensa che se resti non potrai più giocare davanti alla difesa. Per te avrebbe pensato a un altro ruolo: sempre a centrocampo, ma sulla parte sinistra’. Piccolo particolare: davanti alla difesa pensavo di poter dare ancora il meglio di me“.
“Un pesce quando il mare è profondo respira, se lo spostano sotto il pelo dell’acqua si arrangia, ma non è la stessa cosa. ‘Anche con te in panchina o in tribuna abbiamo vinto lo scudetto. E poi, Andrea, da quest’anno la politica della società è cambiata. A chi ha più di trent’anni, proponiamo il rinnovo di contratto solo per dodici mesi’”.
Andrea Pirlo non ha accettato di restare in rossonero: “Non mi è mai capitato di sentirmi vecchio, neppure in quel preciso momento. Solo a tratti ho avuto la sensazione che qualcuno volesse farmi passare per bollito, più che altro erano le premesse a lasciarmi perplesso. ‘Grazie, ma davvero non posso accettare. E poi la Juventus mi ha proposto un accordo triennale’”.
“Ho declinato. Senza mai parlare di soldi, quel pomeriggio della primavera del 2011. Mai. Discorsi economici con Galliani, in quei trenta minuti, non ne sono stati affrontati. Volevo essere considerato importante, al centro del progetto, non un giocatore in lista per la rottamazione”.
Adriano Galliani aveva regalato una penna a Pirlo, regalo però non propriamente condiviso e accettato dallo stesso centrocampista: “Una penna. Bella eh, ma pur sempre una penna. Di Cartier, luccicante, più pesante di una Bic, con lo stemma del Milan. Eppure una penna. Con un ripieno di inchiostro blu, banalmente blu. La guardavo, me la rigiravo tra le mani, ci giochicchiavo incuriosito, come fa un neonato con il suo primo peluche“.
“Tentavo di studiarne il profilo da diverse angolazioni, di coglierne il senso più profondo. Di Capire. Mi è venuto il mal di testa a forza di pensare, credo sia scesa anche qualche gocciolina di sudore, però alla fine l’illuminazione è arrivata. Mistero risolto: il lato B non esisteva, il suo inventore non l’aveva previsto. Volutamente? Chissà. ‘E mi raccomando, non usarla per firmare il nuovo contratto con la Juventus’”.
“Almeno Adriano Galliani aveva azzeccato la battuta – evidenzia – Come regalo d’addio mi sarei aspettato qualcosina di più di quel tempo comico perfetto”.
E Pirlo lo dice chiaramente: “Dieci anni di Milan andati così. Comunque, ho sorriso. Perché io so ridere, tanto e bene. ‘E grazie di tutto, Andrea’. (…) Mi stavano tirando giù dalla cornice, ma non a forza. La noia da Milan era il rischio che non volevo correre, ecco perché alla fine di quell’ultimo incontro ero dispiaciuto, ma il giusto. Come me, Galliani”.
Una biografia completa, che parla di tutto e che interesserà moltissimo tante persone nonché tanti dirigenti.