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Amarcord

Quando Altafini diventò un core ‘ngrato

Il vecchio centravanti brasiliano, ormai trentasettenne, ci mette appena 12′ ad imprimere il suo marchio indelebile sulla partita e sul campionato…

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Quando Altafini diventò un core ‘ngrato

Idolo dei tifosi partenopei, Altafini tradì i colori azzurri per vestire la maglia dell’odiata Juventus e quando segnò il gol che regalò la vittoria ai bianconeri proprio contro il Napoli nella sua prima gara da ex, Josè diventò un Core ‘ngrato

Sfida Scudetto

6 aprile 1975, stadio Comunale di Torino. Juventus e Napoli si giocano lo scudetto. Gli azzurri, guidati da Luis Vinicio, si presentano alla sfida clou della stagione a soli 2 punti dalla Juve capolista e decisi a vendicare l’onta del pesantissimo 6-2 subito all’andata al San Paolo.

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Pronto a subentrare 

Tra le fila bianconere, due ex partenopei come Zoff e Altafini: il primo, schierato titolare tra i pali da Carletto Parola, il secondo, invece, panchinaro di lusso, pronto a subentrare in caso di necessità. 

La classe del Barone

A spezzare l’equilibrio iniziale, incanalando la gara su un binario favorevole ai bianconeri, è il Barone, Franco Causio, il quale, ricevuta palla da Flipper Damiani, lascia partire un bolide di destro che s’insacca nel sette alle spalle di un incolpevole Carmignani.

Zoff tira giù la saracinesca a difesa del prezioso vantaggio ed evita in più d’un’occasione il pari napoletano, che però arriva ugualmente nella ripresa con Iuliano. A un quarto d’ora dalla fine, sul risultato di 1-1, Parola decide che è giunto il momento di Josè Altafini.

La dura legge dell’ex

Il vecchio centravanti brasiliano, ormai trentasettenne, ci mette appena 12′ ad imprimere il suo marchio indelebile sulla partita e sul campionato:

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angolo di Causio, Carmignani calcola male il tempo dell’uscita e il pallone arriva a Cuccureddu, che dal limite dell’area scocca un

velenoso rasoterra mancino, respinto dal palo proprio sui piedi di Altafini, più lesto di tutti a battere a rete da pochi passi. Gol!

Alla Juventus partita e scudetto, al Napoli il rimpianto è l’amarezza di esser stati pugnalati da un core ‘ngrato.

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