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Amarcord

Quando Juve-Milan si giocò in albergo

È il 1949 quando una delegazione juventina e una milanista partono alla volta della Svezia…

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Quando Juve-Milan si giocò in albergo

Juventus-Milan: la madre di tutte le sfide, non si è sempre giocata a Torino. Già, perché una volta, lo scontro tra la Zebra e il Diavolo andò in scena addirittura in Svezia, anche se non sul campo, ma in una stanza d’albergo.

Avete capito bene, sì, in una stanza d’albergo, proprio così. È il 1949 quando una delegazione juventina e una milanista partono alla volta della Svezia per mettere sotto contratto l’attaccante danese Johannes Ploeger.

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Pennichella

Giunto in hotel, l’inviato rossonero, il ragionier Giannotti, spossato dalle fatiche e dallo stress del viaggio, sale in camera, si butta sul letto e cade in un sonno profondo.

I dirigenti bianconeri approfittano della pennichella di Giannotti per convincere il giocatore a firmare per la Signora, beffando l’assonnata concorrenza, che, una volta, sveglia, andrà su tutte le furie, minacciando propositi bellicosi.

Il pompiere

Così, per indurre il Milan a sotterrare l’ascia di guerra, la Juventus manderà al Diavolo un giovane talento appena opzionato, uno che di mestiere faceva il pompiere, ma aveva il gol nel sangue: Gunnar Nordahl.

Rivali da sempre

Difficile descrivere a parole l’eterna rivalità tra Juve e Milan, ma ci abbiamo provato comunque, lasciando la parola a chi l’ha vissuta in prima persona…

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Pirlo

Come ambienti più o meno sono simili, due città, Torino e Milano, che ti lasciano vivere tranquillo, senza troppe pressioni.

I metodi di allenamento sono diversi perché in base ad ogni allenatore le cose cambiano.

Il resto più o meno è lo stesso, sono due grandi società con le stesse ambizioni, la stessa voglia di vincere, quindi siano le,

penso, le due più grandi società italiane più conosciute anche in giro per il mondo. Quindi non ci sono tante cose diverse”.

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Shevchenko

Fra Juve e Milan non sono mai partite spettacolari, non lo fu nemmeno la finale di Champions del 2003, ma contano tanto anche quando magari contano poco.

Voglio dire che c’è sempre la tensione giusta e anche la tensione fa spettacolo.

Credo che mai come in questo tipo di partite un attaccante debba saper lottare per trovare il suo spazio, quei centimetri che fanno la differenza”.

Emerson

La Juventus è una società solida, incredibilmente forte con un dna preciso: lì impari a capire, sin dal primo giorno, il significato della parola vittoria;

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rinnovando ad ogni allenamento la fame e la voglia di non mollare mai. Il Milan è un grandissimo club con tradizione storica e tantissime vittorie, ma mi ha impressionato di più l’ambiente di Torino”.

Paolo Maldini

La Juve è la Juve, l’avversaria di sempre. Abbiamo avuto anche il Napoli alla fine degli anni ‘80, poi un po’ le romane, però alla fine la lotta si è sempre fatta con la Juventus per quanto riguarda i campionati.

Più si va avanti con la carriera è più speri di giocare questo tipo di partite. Sono queste le sfide che danno qualcosina in più, non devi andare a cercare nel fondo del barile le emozioni, perché escono naturalmente”.

Chiellini

Da bambino ero tifoso del Milan e il mio preferito era Paolo Maldini, ma sono arrivato alla Juve è stato subito amore e il sentimento è cresciuto negli anni.

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Oggi penso sia difficile trovare uno più juventino di me sulla terra”.

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