Amarcord
Quando la Reggina di Mazzarri vinse il suo scudetto restando in Serie A nonostante 11 punti di penalizzazione
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3 anni agoon
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RedazioneIl campionato 2006-2007 passò alla storia come la stagione spartiacque nel calcio nostrano. Il post trionfo mondiale degli azzurri di Lippi a Berlino fu sconvolto, nell’estate più lunga del calcio italiano, dai verdetti seguiti allo scandalo di Calciopoli. Con la Juventus retrocessa in Serie B furono ben quattro le squadre penalizzate, ma iscritte regolarmente alla massima serie: Fiorentina (15 punti), Milan (8 punti), Lazio (3 punti) e Reggina (15 punti). Se per le prime tre si poteva comunque prevedere un percorso ad ostacoli impegnativo ma non impossibile, per la Reggina il destino sembrava segnato verso un’inesorabile retrocessione. Alla guida della squadra del presidente Lillo Foti c’era Walter Mazzarri, già autore di due salvezze consecutive in amaranto.
Fu allestita una squadra fatta di veterani e gente di temperamento, come da richista del tecnico toscano, e la Reggina si lanciò contro il proprio destino senza nessun timore e anche dopo un avvio altalenante, con le sconfitte di Palermo e Messina, non si arrese e alla sesta giornata arrivò la prima impresa, sottoforma della vittoria di misura contro la Roma di Totti. La squadra mostra un grande carattere trascinata dalla panchina dal suo tecnico e, il 12 novembre, con la vittoria in trasferta a Siena annulla la penalizzazione (che era ancora di 15 punti prima della riduzione a 11 che avvenne un mese dopo). La squadra gioca un calcio combattivo, attacca ma sa chiudersi prontamente quando sente avvicinarsi il risultato desiderato. Il pubblico del capoluogo calabrese sospinge i propri beniamini nelle gare interne, dove arrivano molte vittorie, e grazie all’accortezza tattica di Mazzarri anche in trasferta la squadra si mette in mostra per diversi pareggi pesanti, ottenendo punti che valgono oro. Al termine del girone di andata, l’impresa sembra diventare possibile, con la squadra che lascia l’ultimo posto in classifica all’Ascoli, affiancando il Parma a soli 5 punti dalla salvezza. Sono soprattutto gli attaccanti a trascinare la squadra: Nicola Amoruso, bomber giramondo che ha militato, tra le altre, con Napoli e Juventus, che metterà a segno 17 gol e Rolando Bianchi, che ne segnerà ben 18, trovando estimatori in Premier League dovè finirà l’anno successivo per vestire la maglia del Manchester City. Accanto a loro i fedelissimi del tecnico, Vigiani, Aronica e Mesto, oltre all’esperto Lucarelli a guidare la difesa e Giacomo Tedesco che dettava i ritmi del centrocampo.
Nell’ultima decisiva giornata, la Reggina scende in campo al Granillo contro il Milan di Carlo Ancelotti fresco vincitore della Champions League. Finì con un 2-0 firmato dalle reti di Amoruso e Amerini e al termine della gara si scatena la festa amaranto: la squadra chiude la stagione con ben 51 punti totalizzati (40, tolta la penalizzazione) ottenendo una salvezza che in molti a Reggio considerano quasi come uno scudetto. E a quella squadra la città calabrese ha voluto concedere la cittadinanza onoraria, in segno di riconoscimento per un’impresa che, come scritto sulle t-shirt celebrative, fu “dA non crederci”.
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