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Amarcord

Quanto era forte la Samp 1995/96?

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Sfogliando oggi l’album delle figurine Panini 1995/96 e arrivando alla pagina dedicata alla Sampdoria, non si può non rimanere impietriti di fronte al potenziale di una squadra che, a fine campionato, si sarebbe classificata soltanto ottava. Era, quella, la Samp di Sven Goran Eriksen, che aveva ereditato quel che restava di un gruppo che aveva toccato l’apice del successo con la vittoria del campionato ’90/’91 e la successiva finale di Champions persa contro il Barcellona e puntava a ricostruire grazie a giovani di sicuro avvenire che, come poi vedremo, avrebbero raggiunto il successo altrove. Scopriamo insieme la rosa della Samp ’95/’96

Portieri

Averebbe dovuto esserci Walter Zenga a difendere la porta blucerchiata. Avrebbe dovuto perchè, tra infortuni e scelte tecniche, l’Uomo Ragno giocò appena 7 gare, lasciando spazio ad Angelo Pagotto, stellina dell’Under 21 azzurra che sarebbe poi stato ingaggiato, l’anno dopo, dal Milan: la sua carrera poi non andò secondo i piani anche a causa di alcune vicende extracalcistiche che qui non ci interessano. Resta il fatto che, in quel preciso momento, Pagotto veniva considerato il futuro portiere della Nazionale italiana: era l’anno in cui, peraltro, a Parma esordiva un certo Gianluigi Buffon…

Difensori 

Un reparto solido, eccome: da Moreno Mannini(campione d’Italia nel 1991) a Riccardo Ferri, arrivato l’anno prima da una serie di trionfi nerazzurri, e poi il giovane Sinisa Mihajlovic, prelevato dalla Roma ancora come centrocampista ma adattato poi a compiti difensivi. Sulle fasce poi, ecco lo stantuffo David Balleri, inesauribile terzino di spinta, e Marco Franceschetti, giovane promessa scuola Milan. 

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Centrocampisti 

E qui si inizia a fare sul serio. Il centrocampo della Samp contava, tra gli altri, Christian Karembeu (futuro campione del Mondo con la Francia e stella del Real Madrid dei Galacticos), il giovane Professore Clarence Seedorf (fresco campione d’Europa, a neanche vent’anni, con l’Ajax) e Chicco Evani, pupillo di Arrigo Sacchi nel Milan degli Invincibili, che aveva deciso la Coppa Intercontinentale del 1989 con una magia su punizione. In rosa anche Fausto Salsano, talentuoso centrocampista che legherà il suo nome -una volta appese le scarpette al chiodo- a quello di Roberto Mancini, di cui è tuttora assistente in Nazionale.

Attaccanti 

In attacco spicca su tutti il nome di Roberto Mancini, vera e propria bandiera blucerchiata che sarà costretto a lasciare Genova (controvoglia) l’anno dopo per dare respiro alle casse del club. Accanto a lui il giovane Enrico Chiesa, genovese e blucerchiato dalla nascita, che proprio quell’anno (concluso con 22 reti da vice-capocannoniere) sarebbe diventato uno degli attaccanti più forti sul panorama nazionale. Le riserve erano Pippo Maniero e Claudio Bellucci, due attaccanti che avrebbero mantenuto per tanti anni la categoria segnando parecchi gol in giro per l’Italia. 

Si poteva fare di più?

E’ quindi lecito chiedersi se, con una rosa così strutturata, la Samp di Eriksson avrebbe potuto fare qualcosa in più dell’ottavo posto finale. Probabilmente sì, ma se si scorre la classifica si noterà anche che davanti ai blucerchiati arabi arrivate solo le cosiddette sette sorelle, nell’ordine: Milan, Juventus, Lazio, Fiorentina, Roma, Parma e Inter. La serie A di allora, del resto, era di gran lunga il miglior campionato del mondo…

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