Amarcord
Recoba: “Ronaldo numero uno. La Juve era la più forte”
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12 anni agoon
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RedazioneIn un’intervista esclusiva a Sky Sport, l’ex attaccante dell’Inter Alvaro Recoba rivive gli anni della sua esperienza nerazzurra e parla delle chance dell’attuale rosa allenata da Stramaccioni.
Acquistato dall’Inter nel 1997, Recoba arrivò insieme ad un altro straordinario campione, Ronaldo. L’asso brasiliano fu il giocatore più decisivo nella lotta scudetto che quella stagione vide l’Inter contrapposta alla Juve, che alla fine ebbe la meglio sui rivali neroazzurri: “Ero orgoglioso di giocare insieme a Ronaldo, uno dei giocatori più forti che abbia mai visto.
In quell’anno Ronaldo fu protagonista assoluto nell’Inter e nella memorabile sfida scudetto, teatro del famoso scontro in area di rigore tra Ronaldo stesso e il difensore della Juventus Mark Juliano. Sulle polemiche a seguito di quell’episodio dubbio e di altri che si verificarono nel corso di quel campionato, Recoba ha le idee chiare: “Contro la Juve avevi sempre rispetto per la squadra e per i giocatori che avevano e quando si diceva che loro vincevano con un aiuto, forse potevano vincere lo stesso anche senza queste cose. Da parte mia – prosegue l’uruguaiano – penso che quello Scudetto labbia vinto la Juve perché aveva dei grandi giocatori e se hanno ricevuto degli aiuti saranno felici loro
Nel corso della sua intervista, Recoba parla di chi già era presente all’epoca in cui arrivò all’Inter e che oggi è capitano: “Con Javier abbiamo fatto tanti anni insieme e già a 22-23 anni era un toro e faceva tutto quello che deve fare un giocatore professionale, tutto. Io non conosco un altro giocatore che fa quello che fa lui. Perché oltre tutto lui faceva tutte le partite senza stancarsi mai”.
E a proposito dell’Inter attuale, “el chino” la pensa così: Secondo me lInter, per quello che ha fatto, adesso ha un credito con i suoi tifosi e deve andare a riprendersi quello che ha fatto tre anni fa quando ha vinto tutto.
Con Javier abbiamo fatto tanti anni insieme e già a 22-23 anni era un toro e faceva tutto quello che deve fare un giocatore professionale, tutto. Io non conosco un altro giocatore che fa quello che fa lui. Perché oltre tutto lui faceva tutte le partite senza stancarsi mai.
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