Amarcord
Roma, Zeman: “De Rossi non ha fatto regista per 8 anni, che problema c’è?”
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12 anni agoon
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RedazioneSe non è definibile ultima spiaggia poco ci manca. Il futuro di Zdenek Zeman passa per Parma, dove dovrà assolutamente vincere per allontanere le polemiche sul suo operato fino a quì a dir poco deludente. La rimonta subita contro l’Udinese ha mandato su tutte le furie i tifosi giallorossi che vorrebbero di più da questa squadra. Nella vigilia della delicata sfida contro i gialloblù ha parlato il tecnico boemo nella consueta conferenza stampa. Calcissimo.com vi riporta integralmente le sue parole:
Da Roma-Bologna a Roma-Udinese gli errori si sono ripetuti. Perché si è quasi azzerato il processo di crescita del suo percorso tecnico?
“Non penso sia azzerato, credo che sia con Bologna che con Udinese la squadra abbia giocato un buon calcio, soprattutto all’inizio. Magari con l’Udinese anche in gran parte del secondo tempo. Poi purtroppo paghiamo erorri di distrazione”.
A caldo aveva parlato di mancanza di concentrazione. Teme che il suo gioco stia diventando prevedibile?
“Infatti dopo la prima mezz’ora potevamo stare 4-0 tanto era prevedibile… Era molto prevedibile”.
E’ un po’ poco però dopo 4 mesi di lavoro il fatto che la squadra di testa tenga 30 minuti…
“A Genova abbiamo recuperato nel secondo tempo, quindi”.
Manca Tachtsidis e la Roma ha la peggior difesa del campionato, subendo di medi adue gol a partita. De Rossi regista basso garantirebbe qualcosa di più in fase di copertura o la prima alternativa al greco resta Bradley?
“La scelta la devo fare, il discorso è che magari Bradley è più abituato a giocare mediano. Mi meraviglia che voi siete qua e sapete che De Rossi gioca nella Roma da 10 anni, a me risulta che il regista lo facesse sempre Pizarro”.
L’anno scorso lei ha seguito la Roma?
“Poco”.
Giocava De Rossi regista…
“Giocava anche difensore centrale”.
Lei però non lo vede regista…
“Parlo di ruoli naturali, ripeto. Daniele ha fatto per 8 anni l’intermedio destro, non vedo dove potrebbe avere problemi quest’anno”.
Per qualcuno lei è troppo integralista e ostinato…
“Penso che ogni allenatore dovrebbe avere le idee e cercare di proporle. Quelli senza idee non mi piacciono”.
Da Luis Enrique a Zeman i risultati non sono cambiati. E’ un caso?
“Purtroppo abbiamo buttato 6 punti contro Bologna e Udinese, con quei punti non si diceva così. Per me le prestazioni sono state buone anche se non continue per 90 minuti”.
Ha sempre tirato fuori molto dai campioni. Destro però ora è un fantasma. Di chi è la colpa?
“Per me Destro rimane un giocatore importante, il problema è che giochiamo in 11 e 3 punte per voi sono già troppe… Osvaldo in questo momento mi dà affidamento, come Totti e Lamela, in questo momento. Poi per me Destro è un giocatore importante e servirà alla Roma e farà bene alla Roma”.
Si sente ancora di dire che la Roma può puntare al terzo posto?
“Sì me lo sento, anche le prestazioni, anche se non per 90 minuti, mi dimostrano che questa squadra quando vuole può giocare con tutti. Lo ha dimostrato sul campo sempre, tranne che a Torino”.
Cosa è cambiato rispetto al ritiro quando disse che De Rossi poteva giocare in regia come Tachtsidis?
“Può fare anche quel ruolo, chi dice che non può? Io dico solo che non è il suo. Ognuno poi la vede diversamente. Daniele gioca a calcio da tanti anni, ha fatto poche volte quel ruolo e sempre in emergenza, ma voi pensate anche che Pjanic può fare il regista e lui in vita sua non lo ha mai fatto”.
Giocare all’Olimpico è più difficile in questo momento rispetto a giocare in trasferta?
“A me non sembra, ripeto abbiamo fatto in casa delle buone partite, purtroppo non con continuità. Con Udinese e con Bologna potevamo fare tanti gol in più, non li abbiamo fatti e poi abbiamo pagato per errori nostri: un autoscontro, errori difensivi facili… Dobbiamo trovare continuità e concentrazione per tutti i 90 minuti”.
Ieri durante l’assemblea degli azionisti qualcuno ha parlato di suicidio gestionale per le non cessioni di De Rossi e Pjanic. Se a gennaio arrivarsse l’offerta per il bosniaco avallerebbe la sua cessione in cambio di giocatori più funzionali al suo modulo?
“Io sono coerente, dichiaro che questa rosa mi soddisfa e tutti possono essere utili e trovare posto. Poi dipende dai momenti, ma per me questa è una squara e possono giocare tutti, dipende dai momenti in cui vengono utilizzati. Il giochino che chi non gioca va ceduto, non so… Poi rimaniamo in 11 qua…”.
Appena arrivato parlò di grande amore per questa città e questa piazza. Sarebbe disposto a scendere a compromessi con le richieste dei giocatori e ad andare contro le sue idee per difendere questa panchina?
“Se sono richieste ragionevoli e hanno un senso si può sempre parlare. Poi io ho le mie convinzioni e cerco di difenderle e finché non mi convince qualcuno che sono sbagliate continuo sulle mie”.
Ieri nell’assemblea dei soci alcuni giocatori sono stati definiti “svogliati, viziati, capricciosi, molli in campo“. Volevo conoscere un suo parere su questo…
“Dipende dai momenti, quando si vince sono tutti bravi e seri, quando si perde si dice che sono viziati e non hanno voglia. Io non la vedo così”.
Sente di avere un gruppo determinato, voglioso e compatto verso l’obiettivo comune e verso le sue idee?
“Anche questo discorso… Abbiamo tanti stranieri ed è normale che i nuovi ci mettano un po’ di tempo a inserirsi, come in tutte le squadre”.
Quindi no…
“Quindi bisogna vedere cosa vuoi dire. E’ normale che i nuovi, arrivati dal Brasile o dall’Argentina, non riescano ad inserirsi e capire subito come funziona. Si devono abituare e lo stanno facendo”.
Sabato ha detto che “quasi tutti” della squadra la seguono. A chi si riferisce? Sotto quale argomento?
“Il problema è tattico: dovremmo giocare un calcio magari diverso da quello che hanno giocato prima e i cambiamenti è normale che non vengano automaticamente da un giorno all’altro, ma ci si debba lavorare. C’è il problema difensivo, i 4 difensori ancora non hanno fatto un gruppo di 4 che collaborano e giocano insieme, anche perché sono 4 difensori tutti nuovi”.
Dodò può giocare due partite da titolare in 3 giorni? Che fine ha fatto Nico Lopez?
“Nico Lopez è per le scelte che non gioca, le stesse per cui non gioca Destro o per cui non gioca un altro. Possiamo giocare in 11 e per ora siete tutti contenti di Lamela penso, almeno io lo sono e lavoro per la Roma, non contro la Roma. Non ho esigenze di cambiare. Dodò non è al 100%, l’ho fatto cominciare apposta prima per aspettare finché ce la faceva a giocare. Ha fatto cose molto belle per me ed è normale che deve trovare continuità”.
La sensazione è che la Roma stia pagando anche alcune valutazioni sbagliate sue e di Sabatini… Aveva indicato De Rossi regista con Tachtsidis, credevamo Burdisso e Pjanic titolari e queste erano le sue scelte alla prima di campionato. Poi si è ritrovato in difficoltà a collocare giocatori di esperienza e a mettere dentro calciatori nuovi. La prima Roma pensata era diversa? Come sta Florenzi?
“Concetto facile: la prima Roma era stata fatta sulla carta, poi col prosieguo si deve fare sul campo. Ora lavoriamo sul campo, le valutazioni vengono da quello che stiamo facendo in settimana sul campo. Florenzi ha preso una botta, come si prendono spesso”.
Per sua stessa ammissione ha spesso detto: “Ho le mie gerarchie e quelle del passato non mi interessano“. Questo problema può nascere nel gruppo? Mi riferisco a calciatori che pensavano di giocare sempre e magari sono stati messi in discussione per nuovi che non hanno militato in serie A. Penso soprattutto al centrocampo, dove mi sembra che esistano un po’ di problemi in questo momento…
“A centrocampo non ho problemi, ci sono gerarchie che vanno conquistate sul campo e su ciò che serve alla squadra. Cerco di lavorare per la Roma, non contro la Roma, e cerco di utilizzare quelli che mi danno più affidamento di settimana in settimana. Le gerarchie poi di solito possono cambiare, dallo stato fisico e da quello mentale”.
Si aspetta il salto di qualità da coloro che giocavano stabilmente e ora devono conquistarsi le posizioni?
“E’ una cosa normale che ci sia concorrenza, tutte le squadre hanno rose ampie e si deve lottare per conquistarsi il posto. Capisco vogliano giocare tutti, ma loro devono capire che possono giocare in 11 e che io scelgo in base a quello che mi fanno vedere in settimana e in base a quello che serve di più alla squadra”.
Volevo chiederle dei continui cali di tensione che ha la squadra. Si è fatto un’idea del perché? Sente di avere responsabilità in tal senso?
“Alcuni cali ci sono, si vedono e li abbiamo pagati. E’ normale che io sia responsabile, sono l’allenatore, anche se poi magari sono più errori individuali che di squadra. Però come atteggiamento e attenzione caliamo e questo si paga sempre. Poi io posso fischiare quanto voglio in panchina, ma è difficile”.
Che cosa ha visto, e se magari vuole parlarne, dell’episodio tra Tachtsidis e Armero?
“E’ una cosa molto interessante per voi a Sky. Armero ha sputato a Tachtsidis, poi su Sky stranamente abbiamo visto a ripetizione il secondo sputo, per terra, che non c’entrava niente. Io ero a mezzo metro e quindi lo so e l’ho visto: lo sputo che avete fatto vedere e che scagiona Armero era il secondo e non conta niente, il primo era indirizzato a Tachtsidis. Per terra sputano tutti i giocatori, sul giocatore non si dovrebbe sputare”.
Le immagini non vengono prodotte da Sky, sono quelle che passano tutte le televisioni.
“Però non era quello lo sputo che è stato mostrato ripetutamente”.
Sul Parma?
“E’ un avversario che sta bene in questo momento anche se magari a Torino ha subito all’inizio per poi riprendersi. Amauri si è rimesso a segnare ed è sempre un pericolo e penso che Donadoni stia facendo un ottimo lavoro con una squadra che non è sicurametne da primi posti, ma che riesce a giocare a calcio in modo gradevole”.
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