Serie A, Carlos Tevez e Keisuke Honda guidano la riscossa dei numeri 10

C’era un pensiero comune che andava di moda qualche anno fa secondo la quale l’epopea dei grandi numeri 10, soprattutto nel calcio italiano, fosse finita. Lontanissimi nella memoria i vari Rivera, Antognoni, Platini, Maradona, Baggio. Anche Del Piero aveva ammainato la sua bandiera, con Francesco Totti (e Antonio Di Natale) ad avere l’onore e l’onere di essere tra gli ultimi rappresentanti di una categoria ormai prossima all’estinzione.

A scorgere la classifica dei marcatori dell’attuale serie A, tuttavia, è impossibile non notare che qualcosa sia cambiato. Callejon a parte, infatti, i giocatori che sono andati a segno più volte in questo campionato (6 reti a testa) sono infatti proprio due numeri 10: Carlos Tevez e Keisuke Honda.

Per l’Apache non è che una conferma dopo la passata stagione, nella quale solo l’esplosione di Ciro Immobile gli ha impedito di laurearsi capocannoniere anche a maggio. Più inatteso l’exploit del nipponico, reduce da sei mesi da oggetto misterioso nella passata stagione. Inzaghi gli ha trovato una precisa collocazione tattica a destra, dove agisce un po’ da mezz’ala nel senso più classico del termine (quindi se vogliamo più da 8 che da 10), un po’ da esterno puro. Ma nel nuovo scacchiere rossonero l’ex CSKA si trova alla perfezione, come dimostra la sua puntualità sotto rete di queste settimane.

Non solo Tevez e Honda, però. A quota 5 gol c’è il laziale Djordjevic, a 4 (con Gabbiadini e Osvaldo, attaccanti di ruolo che però si decentrano o arretrano spesso e volentieri) ecco un’altra batteria di numeri 10, di fatto (Di Natale) o di nome. Perché dietro le loro scelte di giocare con il 99 e il 27 ci sono scelte personali (nel secondo caso anche nobili come il ricordo di Niccolò Galli), ma con la numerazione tradizionale senz’altro tanto Antonio Cassano quanto Fabio Quagliarella non avrebbero potuto indossare alcun numero se non il vecchio caro 10, tornato sulla cresta dell’onda (con o senza H).