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Storia dei guanti da portiere

Una volta gli estremi difensori giocavano a mani nude, poi fu introdotta una novità che avrebbe cambiato tutto…

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Storia dei guanti da portiere

Nel calcio moderno, i guanti da portiere sono un elemento essenziale per chi difende la porta. Offrono protezione, grip e sicurezza nelle prese, ma non sono sempre stati un accessorio comune.

La loro introduzione nel calcio è avvenuta in modo graduale, e nel corso degli anni hanno subito un’evoluzione tecnologica impressionante.

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Le origini: quando i portieri giocavano a mani nude

Nei primi decenni del calcio, i portieri giocavano senza guanti. All’inizio del XX secolo, la maggior parte di loro usava solo la

forza delle mani per bloccare il pallone, spesso con il rischio di infortuni, specialmente sui campi fangosi e con palloni pesanti in cuoio.

Il primo brevetto di un guanto da portiere risale al 1885, registrato dall’inglese William Sykes. Tuttavia, questi guanti non erano ancora diffusi e venivano utilizzati più per proteggere le mani dal freddo che per migliorare le prestazioni.

Anni ‘50-‘60: l’uso sporadico e i primi modelli artigianali

Negli anni ‘50 e ‘60, alcuni portieri iniziarono a sperimentare l’uso dei guanti, soprattutto in condizioni climatiche difficili.

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Tuttavia, i modelli di quel periodo erano semplici guanti in pelle o tessuto, privi di imbottiture o materiali specifici per migliorare la presa.

Uno dei primi portieri a utilizzare regolarmente i guanti fu Gordon Banks, campione del mondo con l’Inghilterra nel 1966. I suoi guanti erano rudimentali, ma segnarono l’inizio di un cambiamento.

Anni ‘70: la svolta con il lattice

Il vero punto di svolta arrivò negli anni ’70, quando le aziende iniziarono a sviluppare guanti progettati appositamente per i portieri.

Il marchio Reusch, in collaborazione con il leggendario portiere tedesco Sepp Maier, introdusse i primi guanti con palmo in lattice, migliorando la presa sul pallone.

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Da quel momento, l’uso dei guanti divenne sempre più comune, fino a diventare uno standard nel calcio professionistico.

Anni ‘80 e ‘90: tecnologia e personalizzazione

Negli anni ‘80 e ‘90, i guanti da portiere continuarono a evolversi:

  • Furono introdotti materiali più leggeri e resistenti, con maggiore imbottitura per attutire i tiri potenti.
  • La vestibilità migliorò, con guanti sempre più aderenti e ergonomici.
  • I portieri iniziarono a personalizzare i propri guanti con colori, firme e loghi.

Durante questi anni, marchi come Adidas, Uhlsport e Reusch iniziarono a dominare il mercato, fornendo guanti ai migliori portieri del mondo, come Dino Zoff, Peter Schmeichel e Gianluigi Buffon.

Anni 2000-oggi: innovazione e protezione

Nel nuovo millennio, i guanti da portiere hanno raggiunto un livello di innovazione altissimo:

  • Tagli ergonomici: esistono diverse tipologie di vestibilità, tra cui negative cut, roll finger e flat cut, per adattarsi alle preferenze dei portieri.
  • Tecnologia anti-impatto: alcuni modelli hanno stecche interne per proteggere le dita da infortuni.
  • Grip avanzato: il lattice di ultima generazione garantisce una presa ottimale anche in condizioni di pioggia.
  • Guanti senza stecche: alcuni portieri preferiscono modelli più flessibili e leggeri, per una maggiore sensibilità sul pallone.

Oggi, portieri come Manuel Neuer, Thibaut Courtois e Alisson Becker indossano guanti all’avanguardia, realizzati su misura per le loro esigenze.

Conclusione

Dai primi esperimenti artigianali ai modelli iper-tecnologici di oggi, i guanti da portiere hanno avuto un’evoluzione straordinaria. Oltre a essere un accessorio indispensabile,

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rappresentano un simbolo dell’identità di ogni estremo difensore, contribuendo a rendere il ruolo del portiere sempre più spettacolare e professionale.

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