Amarcord
VIDEO – Perché il Milan parla di ‘Fatal Verona’? I due precedenti: Rivera stravolto, Van Basten che perde la testa
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5 anni agoon
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RedazioneL’espressione ‘fatal Verona’, arcinota, ha già compiuto ben 46 anni d’età, risalendo all’ultima giornata di campionato del 1973. Ma ebbe un suo seguito anche nel 1990.
Andiamo con ordine. Nel 1972-’73 il Milan dei vari Rivera, Rosato, Schnellinger, Benetti, Prati e Chiarugi (allenatore è Rocco) punta a vincere lo scudetto della stella. A sei giornate dal termine ha cinque punti di vantaggio sulla Juventus, terza dietro la Lazio (la vittoria vale due punti e non tre). Sembra fatta. E invece i bianconeri recuperano (il Milan perde anche all’Olimpico contro la Lazio tra mille discussioni) e all’ultima giornata vincono all’ultimo respiro sul campo della Roma, mentre il Milan a Verona crolla: 5-3. Non manca la polemica: il Diavolo ha giocato (e vinto) la finale di Coppa delle Coppe a Salonicco il 16 maggio contro il Leeds United di Don Revie, il match del Bentegodi si gioca il 20 maggio: la Lega ha respinto la richiesta dei rossoneri di posticiparlo, con decisione presa solo il 18 maggio.
Nuova puntata il 22 aprile 1990. La rivalità tra il Milan olandese di Sacchi e il Napoli di Maradona è ai suoi massimi storici. Due settimane prima i rossoneri avevano pareggiato per 0-0 a Bologna (Lanese non aveva visto un autogol di Pazzagli, con palla che aveva varcato per intero la linea di porta) e soprattutto lo 0-0 di Bergamo era diventato 2-0 per i partenopei dopo che Alemao su suggerimento del massaggiatore Carmando era rimasto a terra dopo essere stato colpito da una monetina lanciata dai tifosi dell’Atalanta. Ammetterà anni dopo che era in condizioni per tornare a giocare, ma in questo modo il Napoli ottiene una facile vittoria a tavolino (tale regola viene cambiata l’anno stesso proprio in seguito a questo episodio).
Nella penultima giornata poi succede di tutto: il Napoli stravince proprio a Bologna, il Milan ancora una volta naufraga a Verona. Ma si infuria: vengono negati due rigori a Massaro e Van Basten, Sacchi si becca il cartellino rosso per proteste. Quindi Rijkaard, espulso a sua volta, si inchina davanti all’arbitro Lo Bello. Poi viene cacciato anche Marco van Basten che per una volta perde la testa e lancia la maglia in campo. Gli scaligeri vincono per 2-1 (gol forse irregolare di Davide Pellegrini, espulso anche Costacurta), la domenica successiva Marco Baroni regalerà ai partenopei la vittoria sul Bari e lo scudetto. “E’ stato un arbitraggio esemplare, dopo una sentenza esemplare“, commenta Berlusconi. Che quattordici anni dopo ha tutt’altro che dimenticato. E probabilmente ha voluto regalare una lezione di storia ai calciatori rossoneri di oggi.
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