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ESCLUSIVA – Gigi Cagni a Calcissimo Tv: “Esoneri, abitudine tutta italiana! Il mio Piacenza tutto italiano…”
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9 anni agoon
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RedazioneGigi Cagni, ex allenatore -tra le altre- di Piacenza e Sampdoria, è intervenuto ai microfoni di Calcissimo Tv per dire la sua sulle panchine bollenti in serie A e regalarci qualche ‘chicca’ in perfetto stile Amarcord…
Gigi, altri due esoneri solo questa settimana: da decano degli allenatori, cosa ne pensa di questa situazione che ogni anno si ripete ciclicamente in serie A?
“E’ la solita brutta abitudine tutta italiana. Credo infatti che, ogni volta che si prospetta un esonero, è perchè c’è un errore a monte nella programmazione: a volte infatti, quando viene scelto un tecnico, la decisione non è sempre ponderata in base al curriculum. Troppo spesso infatti si arriva in panchina attraverso altre situazioni e poi ci si stupisce se, ogni stagione, si registrano 20 o 30 esoneri nella sola serie A”.
Un tecnico in piena ascesa è invece Eusebio Di Francesco, uno dei protagonisti del suo “Piacenza tutto italiano”: era già un allenatore in campo?
“Sì, Eusebio è uno di quei giocatori che si capiva subito sarebbe potuto diventare un grande allenatore. Già in campo mostrava grande acume tattico e voglia di apprendere. Ma non era il solo: anche Inzaghi era già ‘allenatore-giocatore’, se si può dire così…”
Tornando a lei, Cagni, sembrava destinato ad un’esperienza da collaboratore di Zenga alla Samp. Poi cosa è successo?
“E’ successo che il rapporto si è interrotto e, ad oggi, non ho ancora capito il perchè. Walter mi aveva voluto come suo collaboratore tattico, ma poi non ho mai saputo il motivo vero per cui sono stato allontanato. Non avevo avuto nessuno screzio con lui, non avevo ancora iniziato il lavoro e, sinceramente, non ho ancora capito le ragioni del mio esonero, se si può chiamare così. E’ stata una decisione -presumo presa da Zenga- che ha lasciato tutti perplessi, anche i dirigenti blucerchiati”.
E nel futuro di Gigi Cagni invece cosa c’è?
“Tanto studio e, per ora, l’attesa di un nuovo progetto. Sono stato di recente a Boston per due mesi per studiare il calcio americano che, a detta di molti, sarà il campionato più competitivo del futuro”.
Torniamo al passato: quanta nostalgia ha del calcio anni ’90 e del suo Piacenza tutto italiano?
“Sinceramente: tanta! Quella è stata una squadra davvero eccezionale, sia a livello di calciatori, che di uomini. Io poi vengo da un’altra generazione, che crede molto -oltre ai valori sportivi- anche a quelli morali. Ad esempio ricordo, quando ancora giocavo, il mio Brescia formato per otto undicesimi da giocatori bresciani: ricordo ancora gli allenamenti in cui si parlava in dialetto! Oggi credo che tutto questo non sia più possibile, anche perchè ci si sta internazionalizzando, con tutti i pregi e i difetti che questo comporta…”
Quale squadra, oggi, sta seguendo le orme del suo Piacenza, se ce n’è una?
“Direi il Sassuolo per italianità e aspetto tecnico tattico, ma anche il Napoli di Sarri: del resto il mio concetto di calcio è stato, per una vita, il 4-3-3, quindi non posso che apprezzare il credo tattico di Sarri…”
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