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ESCLUSIVA Juve, la ricetta di Anastasi: Subito Drogba
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12 anni agoon
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RedazioneIl prossimo turno di Serie A metterà di fronte Catania e Juventus. Impossibile non pensare ad un grandissimo attaccante del passato, nato a Catania, cresciuto nella Massiminiana ed affermatosi nel calcio che conta con la maglia della Juventus: parliamo di Pietro Anastasi, divenuto idolo delle folle bianconere e che oggi abbiamo il piacere di ospitare, in esclusiva, tra le pagine di calcissimo.com. Ecco di seguito il contenuto dell’intervista rilasciataci da “Pietruzzu”.
Buongiorno Anastasi. Domenica ad ora di pranzo, scenderanno in campo Catania e Juventus. Una sfida che, visto il suo passato, la coinvolge direttamente. Chi vede favorita tra le due? Beh, direi che sulla carta la Juventus parte, ovviamente, come favorita. Tuttavia conosciamo tutti il valore del Catania, e sappiamo bene come i rossoblu siano capaci di mettere in difficoltà chiunque, considerato anche il bel gioco che mettono in atto. La Juventus è in testa al campionato, il Catania occupa unottima posizione di classifica. Diciamo che, soppesato ogni fattore, un pareggio potrebbe pure starci.
Può dirci per chi farà il tifo? Sai, io sono nato a Catania, ma ho giocato nella Juventus, squadra della quale sono tifoso. Non saprei rispondere, diciamo che un pari potrebbe accontentare tutti.
Cosa pensa dellattuale ruolino di marcia dei bianconeri in Champions? Crede che la qualificazione sia compromessa? No, non credo assolutamente che la qualificazione sia compromessa. Certo, andando a pareggiare contro il Nordsjaelland, la Juve si è complicata tantissimo la vita, ci si aspettava una vittoria che non è arrivata, dunque è ovvio che i piani vadano un attimino rivisti. Tuttavia nulla è perduto. Servirà vincere le due partite in casa contro i danesi e contro il Chelsea, e poi pareggiare in Ucraina, contro lo Shakhtar. Insomma, non sarà facile, ma limpresa non è proibitiva.
A proposito di Juventus e di Champions, anche lei vede un problema nellattacco dei bianconeri? Beh, è chiaro come alla squadra di Conte manchi un finalizzatore, un centravanti capace di segnare con continuità. E un problema che rimarco da tempo. Peccato, perché la mole di gioco prodotta non è affatto poca, solo che spesso manca lacuto finale. Nella stessa recente partita di Champions, contro il Nordsjaelland, questo aspetto è emerso particolarmente. Tante conclusioni verso la porta avversaria, ma solo un goal. Per carità, in avanti ci sono tanti ottimi giocatori, penso a Quagliarella, penso a Matri, ma non cè la prima punta spietata, quella che non perdona. Vucinic è un fuoriclasse, luomo di punta del reparto avanzato della Juventus, ma è discontinuo. Quanto a Giovinco è un grandissimo talento, ma manca di fisicità. E nel calcio doggi la fisicità è una componente fondamentale. Mi spiace dirlo, ma questo aspetto finisce col penalizzarlo in maniera decisiva. Se si vanno a valutare, allinterno di un match, le situazioni di contrasto, gli spalla contro spalla, nove volte su dieci Giovinco ne esce sconfitto. Io spero di essere smentito, spero che il ragazzo possa segnare due o tre reti a partita ma, ripeto, pur sottolineandone il talento, credo che il fisico non sia allaltezza del resto.
Alla luce di questo problema, tra i tanti nomi che sono stati fatti per il mercato di gennaio, quale potrebbe essere lideale per risolvere questo sorta di problema del reparto avanzato bianconero? Huntelaar e Llorente sono due nomi buoni, anche in prospettiva futura, data che ancora possono disputare più di qualche stagione ad alto livello. Guardando Huntelaar giocare, ho visto che ha sbagliato un goal facile facile, ma mi ha impressionato come, alla seconda, non abbia sbagliato ed abbia fatto goal. Lolandese è uno di quei centravanti che magari esteticamente non saranno straordinari, che non ti fanno la giocata ad effetto, ma segnano, la buttano dentro, e quella è la cosa più importante per una punta. Mi viene da pensare ad Inzaghi: non aveva grossi doti tecniche, ma aveva un fiuto del goal pazzesco. E di ciò ha bisogno la Juventus, di un calciatore del genere, che può piacere o meno, ma ti risolve la partita. Guardando allimmediato, faccio il nome di Drogba, che nel mese di gennaio, e fino a giugno, potrebbe essere decisivo per le sorti della stagione della Juventus.
Parliamo del Catania adesso. Una realtà che non smette di stupire, a dispetto dei vari cambi di gestione alla guida tecnica. Dove sta il segreto di tanto successo? “Il Catania sta facendo qualcosa di eccezionale, e speriamo vivamente possa continuare su questa lunghezza donda. In passato gli etnei erano una di quelle squadre che magari facevano uno o due anni nella massima serie, salvo ripiombare subito nelle categorie inferiori. Adesso invece rappresentano una realtà consolidata ed importante. Merito di Pulvirenti, di una società che si è dimostrata capace di grandi cose, sotto vari punti di vista. Ad esempio, mi hanno riferito che il centro sportivo del Catania sia qualcosa di eccezionale, e spero, quando scenderò giù in Sicilia, di poter avere la possibilità di visitarlo. Tornando allaspetto prettamente tecnico, apprezzo moltissimo il tipo di calcio che fanno vedere a Catania: un calcio spettacolare, piacevole. In ciò ha un grande merito Maran. In molti pensavano che senza Montella i risultati non sarebbero arrivati, ed invece Maran sta facendo addirittura meglio dellallenatore della Fiorentina, in termini di punti. Diciamo che il vero segreto del Catania sta nellorganizzazione societaria, nelle scelte di mercato, nelle strutture: un mix perfetto.
Guardando alla rosa del Catania, secondo lei chi sono i calciatori più importanti? Io credo che il Catania vada bene nel suo complesso. Lintero organico è di ottimo livello, penso che la cosa non si possa discutere. Poi, va da sé, che se andiamo a valutare i singoli, è innegabile come Gomez rappresenti un valore aggiunto. Tecnicamente largentino è una spanna sopra gli altri. Lo stesso Bergessio è un centravanti completo, di qualità, bravo a far reparto e capace di buttarla dentro: lui è fondamentale nelleconomia del gioco di Maran.
Nellattuale panorama calcistico italiano, cè qualche attaccante che le ricorda il suo modo di giocare? Fare paragoni è sempre difficile, per una serie di motivi. Diciamo che Giuseppe Rossi, per la rapidità, mi somiglia un po, ma ripeto che non è mai facile fare confronti. Se invece mi chiedi chi mi piaccia come attaccante, ti dico subito Destro. E un calciatore che apprezzo moltissimo, e purtroppo è andato alla Roma, dove il gioco, delle volte, finisce col penalizzarlo. Dico purtroppo perché mi sarebbe piaciuto vederlo allopera con la maglia della Juventus.
Facciamo un salto nel passato. Torniamo ai tempi della Massiminiana, squadra in cui lei è cresciuto. Cè qualche episodio che ricorda con particolare piacere? Beh, non posso non ricordare quando, una domenica di Pasqua, il Catania affrontò il Varese, per un match di Serie A, ed allo stadio, andarono circa 5000 spettatori. Lindomani, il lunedì di Pasquetta, noi della Massiminiana ci giocammo la promozione contro il Paternò e vennero a vederci 25000 persone. E il ricordo di qualcosa di eccezionale, che porto con piacere nel cuore.
Il ricordo più bello, invece, degli anni vissuti alla Juventus? Sono tante le cose che mi legano alla Juve. In particolare ricordo con piacere le prime vittorie. Soprattutto il primo scudetto. Certo poi ci sono anche le finali di Coppa Uefa, di Coppa Campioni. Non sempre è andata bene, ma sono tutte cose che ricordo con grande gioia.
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