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ESCLUSIVA – Salvioni: “Balotelli voleva giocare nel Barca! Ora andrebbe aiutato”
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12 anni agoon
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Redazione© foto di Agenzia Liverani
Che Mario Balotelli tecnicamente sia un grandissimo prospetto non c’è dubbio, che lo diventi anche mentalmente, non lo sappiamo. Cerchiamo di capire con Sandro Salvioni, suo ex tecnico ai tempi della Lumezzane, che ragazzo era SuperMario. Noi di Calcissimo.com lo abbiamo contattato in esclusiva.
“Balotelli ha doti fuori dal normale e lo si vedeva subito. Sul piano tecnico nessuno aveva dei dubbi che fosse nettamente superiori agli altri. Il suo mister ai tempi degli Allievi mi disse che era un tipo un po strano, scherzava con i compagni, era molto simpatico, ma aveva qualcosa di particolare”.
In prima squadra come ci arriva?
“Vi svelo questo aneddoto sull’esordio di Mario. Di solito, il giovedì sono abituato a fare un’amichevole con una squadra di categoria inferiore, tipo prima categoria. Quella settimana non trovammo nessuno e decidemmo di farla con la nostra squadra Allievi. Per la prima volta ho visto giocare Mario con quei ragazzi e vi posso dire che era fenomenale. Finita la partita sono andato dal loro allenatore chiedendo chi fosse quel ragazzo. “Bene dissi – da domani viene con me e domenica gioca”. Il problema era che non poteva, perché aveva ancora 15 anni e in Prima squadra non ci poteva giocare. Io non ci volevo credere, sono andato a parlare con il Presidente. Era necessaria una richiesta alla Federazione con un certificato e mi dissero che non sapevano se per domenica sarebbe stato pronto”.
Come è finita?
Il giorno dopo, Mario si è allenato con noi e la domenica ha giocato. Mi ricordo ancora quella partita. Giocavamo contro il Padova, all’epoca in testa al campionato e ho fatto entrare Balotelli nel secondo tempo. Mi son dovuto perfino scusare con un ragazzo della Berretti, dicendogli che, anche se più piccolo, doveva giocare Mario. Eravamo sotto 1 a 0 e fu proprio Mario a procurarsi l’angolo che portò al pareggio con un bel cross deviato”.
In allenamento com’era?
Ecco, appunto, in allenamento. A 15 anni si allenava con la Prima Squadra ma ogni volta se ne andava via prima, saltava tutta la parte tecnica. Io non capivo e un giorno gli ho domandato perché non finisse mai un allenamento. Lui mi rispose che doveva andare a studiare, andava a scuola. E con la sua bicicletta, se ne tornava a casa. Una volta non ce lho più fatta e mi sono arrabbiato, chiedendogli perché se ne andasse veramente. Mario mi ha risposto che mi sarei arrabbiato, non potevo capire. Mi viene ancora da ridere adesso quando ci penso. Sapete cosa mi ha risposto? Mi ha detto che andava via prima per andare all’oratorio per giocare a calcio con i suoi amici (sorride, ndr). Io gli ho fatto una scenata: Ma come puoi andare all’oratorio quando a 15 anni sei in Prima Squadra. E se ti fanno male?. Se nè andato rispondendomi che i suoi amici non gli avrebbero mai fatto del male, perché erano bravi”.
Dopo quell’annata con lei che è successo?
Mario se ne andò, fece diversi provini. Ne fece uno durante l’estate per il Barcellona. Qualche giorno dopo mi arrivò una sua cartolina dicendomi che voleva giocare lì, era bellissimo, non voleva tornare in Italia”.
E poi?
Poi tutti sappiamo come sono andate le cose, è arrivata l’Inter.
Qualcuno l’ha chiamata per chiedere informazioni su di lui?
Molte squadre, molti allenatori mi hanno chiamato per chiedermi com’era. Anche una grande squadra italiana lo ha fatto perché voleva prenderlo. Poi non se ne fece nulla”.
Lei e Mario vi sentite ancora?
Ormai non più, il suo approdo al Manchester City, ci ha allontanati. Ma fino a qualche anno fa mi chiamava spesso. Mi ricordo quando andò all’Inter. Aveva appena 16 anni e mi chiamo arrabbiato dicendomi che lo avevano messo con gli Allievi e non ci voleva stare, erano tutti piccoli. Io gli dissi di stare calmo che non lo conoscevano ancora, dovevano scoprirlo.
E dopo?
“Dopo 4 giorni mi chiama tutto contento. Era già in Primavera con quelli più grandi di lui (ride, ndr)”.
Dopo quella chiamata più sentito?
“6-7 mesi dopo mi chiama di nuovo euforico proprio come un bambino e mi fa: “Mister, mister, mi hanno aggregato alla Prima Squadra”. Era Reggio Calabria, partita di Coppa Italia contro la Reggina. Il giorno dopo Mario giocò e realizzò una doppietta, la sua prima tra i grandi. E poi, beh, la volta dopo ne fece due alla Juventus, non male direi”.
Passiamo al Balotelli di adesso che gli sta succedendo?
“Credo che Mario andasse aiutato a livello di testa. Tecnicamente era quasi perfetto, all’inizio stava sempre con le spalle alla porta e gli consigliavo di girarsi, che era veloce e aveva un ottimo dribbling. Quello lo ha imparato in fretta e vedete che giocatore è diventato. A livello mentale, sono sicuro che molti ci hanno provato ad aiutarlo, a calmarlo”.
Ai tempi dell’Inter, tipo Mancini prima e Mourinho dopo…
“Ogni tanto ci sentivamo e mi diceva che c’erano 4-5 compagni che lo aiutavano sempre, che gli davano consigli. Erano Burdisso, Zanetti e Crespo, gli altri non me li ricordo bene. Sono sicuro che Crespo lo abbia aiutato tantissimo, lo conosco e so che persona è. Per quanto riguarda i tecnici che ha avuto, se non ci è riuscito Mancini
Penso che abbia fatto il possibile per aiutarlo”.
Ma adesso tocca a Mario, questo lo aggiungiamo noi
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