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ESCLUSIVA – Zagarese, Pres. Juventus Club Bicocca: “Ecco cosa è accaduto sugli spalti dello Stadium a Juve-Napoli”
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11 anni agoon
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RedazioneA distanza di pochi giorni dal big match della 12a giornata di Serie A tra Juventus e Napoli, vinto dai bianconeri di Antonio Conte per 3-0, “Calcissimo.com” ha voluto dedicare un approfondimento a quanto accaduto sugli spalti dello Stadium, dove, ai cori di discriminazione territoriale intonati dai supporters di casa, i tifosi ospiti hanno reagito con una vera e propria esplosione di violenza. A “Tweet&Gol“, sulle frequenze di Radio MilanInter, il presidente dello Juventus Club DOC “Bicocca”, Giovanni Zagarese, ha offerto la propria versione dei fatti: “È giusto che i cori di discriminazione territoriale siano stati sanzionati con la chiusura delle curve, dal momento che le norme vigenti prevedono questo, ma l’incolumità fisica, il rispetto della vita delle persone che vanno allo stadio, è la cosa più importante, più importante della discriminazione territoriale, più importante dei cori e degli striscioni. Domenica sera mi trovavo, insieme ai miei due figli, allo Juventus Stadium, in tribuna nord, settore 109, a poca distanza dallo spicchio riservato ai tifosi ospiti, che ci hanno presi a sputi e minacciati pesantemente, anche di morte. Per tale ragione, siamo stati costretti a seguire la partita in piedi, il più lontano possibile dalla vetrata che separa la tribuna dal settore ospiti. Ci hanno lanciato addosso gavettoni di urina, petardi e sono state esplose persino delle bombe carta. Un’atmosfera da trincea, che nulla aveva a che fare con il calcio. La cosa incredibile è che la Juve giocava in casa, ma di fatto era come se fossimo noi in trasferta. Un ragazzo dello Juventus Club di Sesto è stato ferito a un occhio e non è stato l’unico. Tutto questo è molto più grave della discriminazione territoriale, ma nessuno lo ha detto. Purtroppo non è la prima volta che accade e non sarà nemmeno l’ultima. La cosa che più mi ferisce è il messaggio che è stato fatto passare dai mezzi d’informazione, cioè che i tifosi napoletani sono stati maltrattati. Sono stati dipinti come le vittime sacrificali di turno, ma la verità è che siamo stati noi vittime della loro violenza. Quindi, se la Juve pagherà, come è giusto, per i cori discriminatori dei propri tifosi, con la chiusura delle curve, sarebbe altrettanto giusto che anche il Napoli pagasse per il comportamento incivile di gente che ha divelto i rubinetti dei lavandini dei bagni dello Stadium per tirarceli addosso“.
Certo, le parole di Giovanni Zagarese, impongono una riflessione profonda su quello che è ormai a tutti gli effetti un cancro che avvelena il nostro calcio: la violenza, sia essa fisica, che verbale. Episodi come quelli di Torino privano il calcio della sua vera essenza di sport e spettacolo, tramutandolo in una guerra bieca e inutile, combattuta in nome dell’idiozia di gruppi, per fortuna ristretti, di facinorosi che nulla hanno a che fare con il tifo, quello vero, genuino e appassionato. La discriminazione territoriale è senz’altro un male da estirpare alla radice, perché anche un coro può far male, può ferire, ma più male può fare la parabola disegnata in aria non da un pallone diretto nel sette, bensì di un rubinetto in greve caduta sulla testa di un malcapitato tifoso, di qualunque fede calcistica. Riteniamo perciò che sia giusto stigmatizzare e sanzionare il razzismo in ogni sua forma, ma che altrettanto urgente e pressante sia la necessità di garantire l’incolumità fisica di uomini, donne, bambini, famigli intere, che vedono nel calcio un momento di incanto e di magia, sospeso in una dimensione disancorata dalla difficile e sempre più spesso avvilente realtà di oggi.
La violenza ruba il sogno e, a volte, anche la vita.
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