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Fino alla fine

Cosa ci ha detto la prima Juve di Thiago Motta?

L’applicazione da parte dei giocatori è stata buona. Abbiamo già visto alcuni stilemi del calcio di Motta, che ci ricordano il suo Bologna.

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Andrea Verde

Cosa ci ha detto la prima Juve di Thiago Motta?

Ci ha detto che l’obiettivo di questa Juventus è chiaro a livello prestazionale. Il percorso verso un gioco improntato sul ritmo e sulla ricerca dello spazio libero è stato tracciato, e se ne sono viste le prime tracce. 

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Sia nel primo che nel secondo tempo l’applicazione da parte dei giocatori è stata generalmente buona. Abbiamo già visto alcuni stilemi del calcio di Motta, che ci ricordano un po’ il suo Bologna.  

Ad esempio, il difensore che avanza nel campo per fornire una soluzione di gioco in avanti, eseguito da Djalo nel primo tempo e da Gatti e Cabal nel secondo. Gli esterni che stanno in massima ampiezza per sfruttare l’1vs1, la mezzala di inserimento che svaria su tutto il fronte offensivo (Miretti oggi, Ferguson ieri).  

Oppure, difensivamente parlando, una pressione a uomo sulla costruzione bassa dell’avversario e una difesa basata più sulla copertura di determinate zone di campo nella costruzione alta. Interessante il fatto che, nel momento in cui il baricentro difensivo juventino si abbassava, diventava più importante la difesa dello spazio rispetto al seguire l’uomo. Ciò che si è verificato spesso è che se il difensore usciva sulla punta che stava per ricevere il pallone, lasciando così libero lo spazio in linea con gli altri difensori, questo veniva subito occupato o da un centrocampista che nel frattempo arretrava, o dal terzino che si accentrava (portando l’esterno alto ad abbassarsi e prendere la posizione del terzino). Difesa dello spazio ma anche aggressività quindi. 

Abbiamo visto giocatori impegnati in maniera diversa rispetto al passato. Credo che molti giocatori avranno la possibilità di mettere in mostra aspetti che finora non abbiamo visto oppure che abbiamo visto in maniera sporadica.

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Mi voglio soffermare su due giocatori in particolare che mi hanno dato da riflettere, e che hanno per me margini di miglioramento. 

Il primo sul quale mi soffermo è Miretti, che ad oggi è il giocatore che ha il compito di legare mediana e attacco. Ieri Miretti ha svariato su tutto il fronte offensivo, collocandosi nella zona tra difesa e centrocampo avversario con l’intento di farsi vedere dal compagno e di attaccare spazi liberi, oltre che di combinare nello stretto con esterni o punta. Ieri il ragazzo ha provato a fare tutto questo, tentando anche in più di un’occasione dei dribbling al limite dell’area. Quindi ha messo in mostra, oltreché una capacità non da tutti di leggere gli spazi da attaccare (già messa in mostra l’anno scorso), il tentativo di giocate nello stretto e di dribbling. Ad oggi pochi dribbling sono riusciti, ma è un buon punto di partenza per il futuro. 

Venendo poi a Cambiaso, spesso è venuto in mezzo al campo, andando ad aggiungere presenza nella zona centrale e portando alla creazione di un quadrato a centrocampo, assieme agli altri centrocampisti. Cambiaso ha gamba ma ha soprattutto visione, tecnica e ritmo per stare in mezzo al campo. Il continuo switch tra zona laterale e zona interna effettuato dai terzini dipende dalla possibilità o meno del giocatore di trovarsi in uno spazio libero per ricevere il pallone, l’obiettivo è sempre quello. Cambiaso ieri ha svolto bene questo compito e ha dato supporto al palleggio. Si conferma perfetto per il calcio di Motta. 

Il calcio del mister punta a portare tanti giocatori in zona palla, e quindi non porta i giocatori a stare ancorati a tutti i costi a delle zone di campo. Questo può portare all’esaltazione di giocate nello stretto, come gli 1-2. E ieri un accenno di queste lo si è visto, specie nel secondo tempo in cui Fagioli ha alzato il tasso tecnico del palleggio. Non solo Fagioli, anche Weah e Nicolussi Caviglia hanno messo in mostra qualche giocata nello stretto interessante. 

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Venendo quindi all’esterno, oltre a Weah che è sembrato in buone condizioni, occhio a Mbangula.

Evitando di soffermarsi ulteriormente sulle prestazioni dei singoli, cosa che ad oggi potrebbe essere poco utile, credo che i segnali dati da questa Juve, e in particolare da alcuni giocatori, siano sommariamente buoni. Credo che contro il Norimberga la Juventus abbia mostrato di aver già recepito alcuni concetti basilari del calcio di Motta, e che quindi questa sia ad oggi la cosa più importante. 

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