Fino alla fine
Kean-Juve, storia di un amore mai sbocciato
Prestito secco per Moise, che ancora una volta spreca un’occasione per dimostrare di essere degno della maglia bianconera!
Published
10 mesi agoon
Moise Kean si appresta a lasciare la Juve per la terza volta in carriera.
La prima volta era per fare esperienza e per farsi le ossa. Lui, che sembrò subito un predestinato, quando in quel 27 maggio 2017, a soli 17 anni di età, andava a firmare il suo primo in Serie A, di testa, contro il Bologna, giusto una settimana prima del rovescio di Cardiff, scelse Verona per crescere, dove segnò 3 gol e si acclimatò al massimo campionato, e ai suoi ritmi.
Una volta tornato alla corte di Allegri, si ritrovò come compagno di squadra Cristiano Ronaldo. E fu nel finale che lascio il segno in quello scudetto, andando a marchiare il finale di quella marcia trionfale; 6 gol in sei partite tra la 27esima e la 32esima giornata, con il quasi orpello del gol decisivo, mancato, contro l’Atletico Madrid, in quella esaltante rimonta di inizio primavera (ma lì la scena doveva restare per un solo protagonista…).
Il contratto in scadenza divenne un tema, Raiola scalpitava per dare a un altro dei suoi ragazzini terribili la possibilità di spaccare il mondo, e l’occasione si tramutò in realtà quando l’Everton decise di sborsare 27 milioni per portarlo a Liverpool, nella sponda blu del fiume Mersey. La decisione peggiore della carriera del vercellese, che non si ambientò mai, e venne prestato dagli inglesi al Paris Saint Germain.
La parentesi francese si rivelò fruttifera e felice (per lui): 17 gol (ma niente scudetto e Champions…) in tutte le competizioni, assieme ai vari Mbappè, Di Maria, Neymar e Icardi, e una ritrovata attitudine al sacrificio, come nel 4-1 inflitto al Barcellona nella Champions League 20/21, dove segnò e si rese utile giocando da esterno, al servizio dei campioni compagni di reparto.
Ma Parigi aveva troppa roba per trattenerlo, e Kean tornava mestamente a Liverpool, dove covava il desiderio di scappare, e magari di tornare a casa; e difatti, fu la Juve a decidere di riportarlo all’ovile, praticamente alla stessa cifra alla quale lo aveva venduto, a pochi giorni dall’addio di CR7.
Un primo anno pessimo, accompagnato da un atteggiamento ai limiti dell’irritante, un secondo anno leggermente migliore, e un inizio di terzo anno che lo ha visto quasi fare la parte del leone, con una titolarità insperata, pur non condita da gol e assist; un atteggiamento da combattente, da guerriero, da novello Mandzukic che però non lo ha cementato alla Continassa; l’esplosione di Yildiz lo ha messo all’ultimo posto nelle gerarchie, e lo ha avvicinato a un nuovo addio.
Per 6 mesi, Kean sarà un soldato di Simeone all’Atletico, un altro prestito di lusso. Tornerà Moise, a fine prestito, come ha sempre fatto, ma lo farà per l’ultima volta, di passaggio, prima di porre fine a un amore che, in fondo in fondo, non è mai veramente sbocciato
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