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Fino alla fine

La nuova Juventus: calcio, divertimento e tanta pazienza

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La nuova Juventus: calcio, divertimento e tanta pazienza

di Giuseppe Petruzzini

Contro il Parma,all’Allianz Stadium, i fischi hanno accolto la Juventus al rientro negli spogliatoi dopo un primo tempo incolore. Ma quei fischi, rivolti da qualche nostalgico tifoso, sembrano provenire da un mondo antico, da chi ancora non ha ben capito che il calcio, e la Juventus stessa, sono cambiati.
Per anni, la Juventus è stata sinonimo di vittoria ad ogni costo e l’imperativo categorico era proteggere il risultato, a partire da una difesa impenetrabile. C’era un motto, tanto semplice quanto efficace: “Vincere è l’unica cosa che conta”.Ma oggi, come ci hanno assicurato le alte cariche della società, quel periodo è finito. Adesso c’è un “nuovo progetto”, in cui le priorità sono diverse e serve pazienza. Molta pazienza, soprattutto se ad ottobre si è già fuori dalla lotta per il titolo e le vittorie arrivano quasi solo grazie agli autogol avversari. Il calcio ora è divertimento, spettacolo e qualche colpo di scena, anche se magari sono i nostri avversari a goderselo più di noi.

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La partita e il nuovo stile di gioco

Il match contro il Parma, ad esempio, è stato nel bene e nel male l’emblema di questa nuova Juventus. Una squadra che perde in casa con lo Stoccarda, prende 4 gol a Milano, poi ne prende altri 2 in casa dal Parma, ma che mantiene sempre e comunque il sorriso: si gioca a viso aperto, come piace dire a qualcuno! Qualcuno potrebbe chiedersi se non fosse opportuno gestire meglio certi giocatori, magari ripensare un po’ la difesa, non proprio solida come un tempo. Ma è qui che il pensiero “moderno” fa la differenza. Non si tratta di errori, ma di tentativi di creare un calcio “nuovo”, e pazienza se il coriaceo Parma, arrivato con appena otto punti in classifica, riesce a fare la partita e, statistiche alla mano, a guadagnarsi più occasioni da gol della squadra di casa.

Gli Eroi e le “non critiche”

In attacco, la Juventus sembra affidarsi esclusivamente a Vlahovic. Conceicao e il resto del centrocampo appaiono, infatti, come comparse: i movimenti in area sono minimi e, oltre a Vlahovic, pochi sembrano voler tentare la via del gol. Ma sia chiaro, questa non vuole essere una critica (il calcio è cambiato, ci dicono) e non dovremmo aspettarci che il centrocampo o la difesa facciano di più di quanto vediamo. Del resto, chi siamo noi per mettere in discussione il nuovo progetto?

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Naturalmente, non è più realistico aspettarsi che non chiudere tra le prime quattro sia un fallimento. Oggi, gli obiettivi sono altri: più che il piazzamento, conta il percorso di crescita dei giovani, il gioco d’attacco, il divertimento e la volontà di abbandonare il concetto di “Stadium inviolabile”. Le priorità si sono spostate e lo spirito “vincere e basta” è stato sostituito dalla ricerca di un calcio aperto e spettacolare. 

Il futuro della Juventus: una scommessa aperta

Questa nuova filosofia richiede sicuramente tempo e pazienza. E così, l’invito a tutti i tifosi è quello di “divertirsi” e godere di questo spettacolo sempre imprevedibile. Per chi come me si avvicina ai cinquant’anni e ricordava una Juventus differente, più compatta e pragmatica, non è facile adattarsi. Ma si cerca di imparare, di capire cosa significhi oggi tifare per una squadra che non ha come unica ossessione la vittoria.
Andiamo avanti sperando che le cose migliorino presto!

Giuseppe Petruzzini

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