Fino alla fine
Thiago Motta si gioca presente e futuro alla Juventus
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2 giorni agoon
Thiago Motta, dopo l’eliminazione dalla Supercoppa, si gioca presente e futuro alla Juventus in un gennaio di fuoco.
Alla vigilia della Semifinale di Supercoppa contro il Milan, Thiago Motta aveva dichiarato che “Vincere non è un’ossessione”: parole a cui, in casa Vecchia Signora, non sono abituati a sentire.
Oltretutto, la clamorosa eliminazione dalla Supercoppa Italiana ha portato il credito dell’ex Bologna ad esaurirsi.
Il mese di gennaio, ora, diventa decisivo: non solo per questa stagione ma anche per l’intero progetto bianconero. Perché forse alla Juventus vincere non sarà più “L’unica cosa che conta”, ma restare fuori dalla zona Champions League non deve nemmeno essere un pensiero.
Entriamo nel dettaglio della situazione.
THIAGO MOTTA: SCELTE ERRATE
Inutile nascondere la testa sotto la sabbia, a Ryiad ha preso una svolta dopo i cambi effettuati dai due tecnici. La scelta di tirare fuori contemporaneamente Mbangula e Vlahovic non ha pagato: anzi.
Il belga, autore dell’assist per il momentaneo vantaggio di Yildiz, era risultato tra i migliori in campo nella prima frazione di gioco. Mentre il serbo, seppure con i soliti errori sotto porta, non ha sostituti all’altezza all’interno della rosa.
E non è un caso che, dopo la doppia mossa di Thiago Motta, la Juventus si sia abbassata notevolmente ed abbia lasciato campo al Milan.
Ma Thiago Motta, al termine della gara, ha difeso la sua scelta:
“Tutte le scelte che si fanno durante la partita sono scelte per il bene della squadra, ma dopo in funzione del risultato sta a voi giudicare se ho fatto bene o no“.
UNO DEI MAGGIORI PROBLEMI
E proprio Thiago Motta ha certificato uno dei problemi principali della Juventus in questo inizio di stagione:
“Da quello che abbiamo fatto in campo, dispiace, perché lì è nel carattere, dobbiamo migliorare, perché era una partita dalla nostra parte, controllata, abbiamo fatto molto bene nel primo tempo e abbiamo creato anche la situazione per chiudere la partita: ma non l’abbiamo fatto. Il carattere viene dopo, in un episodio negativo che può capitare in qualsiasi partita, e lì reagire è la cosa più importante. Oggi dopo il primo episodio negativo non siamo stati bravi a reagire nel modo in cui dobbiamo reagire per poter avere la possibilità di passare e giocare una finale, che era quello che volevamo, ed era quello che per 70 minuti di gioco avevamo in mano”.
Insomma: alla Juventus manca la leadership, quella che uno come Danilo poteva sicuramente assicurare.
TROPPI ESPERIMENTI
Thiago Motta in questi primi mesi non ha mai smesso di sperimentare: Tanto che nessuno è capace di certificare l’undici tipo. E anche quelli che sembravano i pochi punti fermi (vedi Cambiaso, Yildiz e Vlahovic), sono via via venuti a mancare, con il primo al quale viene stabilmente preferito McKennie.
Il turco, dal canto suo, contro il Milan è stato uno dei migliori ma è sceso in campo solamente a causa del problema fisico occorso a Francisco Conceiçao: mentre il serbo è stato sostituito al 60′.
In tutto ciò, l’unico intoccabile resta Koopmeiners, che però continua ad essere distante anni luce dal giocatore visto all’Atalanta.
L’unico punto fermo di Thiago Motta, a questo punto, è il modulo: ovvero il 4-2-3-1, da cui il tecnico non si schioda mai.
THIAGO MOTTA E LA SITUAZIONE INFORTUNI
Oltre a tutto ciò citato pocanzi, Thiago Motta deve fare i conti con gli infortuni: ultimo tra tutti, appunto, quello di Conceiçao. In attesa degli esami strumentali, che chiariranno l’entità del problema accusato dal portoghese, per la Juventus si tratta dell’ennesimo stop di un proprio calciatore.
Un fattore che condiziona pesantemente la stagione dei bianconeri, alle prese con una serie impressionante di problemi muscolari.
Giustamente o meno, sotto accusa finisce la preparazione estiva messa in atto dallo staff di Thiago Motta.
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