Il Moviolone
Beat ‘em up, l’angolo del wrestling – Due colpi di scena per iniziare l’anno. Ma l’uomo del 2015 può essere una sorpresa…
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10 anni agoon
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RedazioneL’anno di WWE RAW si è chiuso nella capitale, Washington D.C., con due grandi colpi di scena: uno lieto e uno che fa storcere il naso. Ma ha scritto altre interessanti storie.
Cominciamo dall’inizio: la puntata (che vedeva Edge & Christian general manager speciali per una notte) si è aperta ricordando quanto avvenuto l’11 aprile 2011, ossia quando la Rated-R Superstar, fresca di difesa del titolo di campione dei pesi massimi a WrestleMania contro Alberto Del Rio, dovette annunciare il ritiro dalle scene per i troppi infortuni al collo, che potevano mettere a repentaglio la sua stessa incolumità. Anche per questo motivo il tweet sibillino del lungodegente Daniel Bryan e il suo atteggiamento sul ring facevano presagire il peggio. E invece ‘The Flying Goat’ ha urlato all’arena e al mondo la sua volontà di continuare a lottare e la propria iscrizione al Royal Rumble Match (che dopo Roman Reigns fa registrare la partecipazione di un altro favorito d’obbligo). Il tutto nonostante sussista un certo mistero sul suo effettivo problema fisico. E quindi la possibilità di un addio improvviso sia stata tutt’altro che spazzata via.
Molto intenso e ben gestito invece lo spezzone finale della notte di Washington, in cui Seth Rollins e The Big Show sono riusciti a mettere sotto scacco John Cena minacciando l’incolumità stessa dell’antico rivale e ora buon amico Edge, costringeno il leader della Cenation a richiamare al proprio posto l’Authority. Scelta quantomeno discutibile e che una volta di più certifica l’inutilità di quanto avvenuto alle Survivor Series: tutta la costruzione intorno all’evento di Saint Louis è servita solo a turnare heel lo stesso Big Show e ad aumentare l’hype di Dolph Ziggler. Per il resto la situazione sul ring è tornata quella di ottobre. Due mesi e più, insomma, sono stati buttati via.
Interessante però quanto mostrato sul ring da due atleti che più agli antipodi non potrebbero essere: Ryback e Cesaro. Il primo si è ritagliato un ruolo da upcarder per quanto piaccia alla dirigenza della WWE, ma non riesce a entrare del tutto nel cuore del pubblico appassionato di lotta pura. Il secondo è invece un performer di primissimo livello, ma che da troppo tempo non riesce ad affermarsi del tutto.
Ebbene, l’ex Skip Sheffield si è presentato sul ring microfono alla mano per raccontare la sua storia a cuore aperto, dagli esordi a Tough Enough datati 2004 all’esperienza nel Nexus fino al grave infortunio subito al ginocchio sinistro (ha anche mostrato i segni che la sua gamba conserverà per sempre). Per la prima volta ‘l’Eterno Affamato’ ha convinto in un segmento parlato, conquistando il rispetto del pubblico oltre che il timore degli avversari (dovuto più alla sua mole che alla sua abilità).
Diversa la scelta di Cesaro, che sembra finalmente sul punto di lottare da face dopo una vita (professionalmente parlando) sprecata in un assurdo stint da antieroe. “Il 2014 sarebbe dovuto essere il mio anno, ma chi decide in WWE dice che non coinvolgo. Beh, su questo ring do sempre tutto me stesso. Non mi importa avere entrate fantasiose, o accattivarmi il pubblico con moine varie. Mi importa solo quanto faccio tra queste quattro corde, o meglio questi quattro angoli. E da questo punto di vista nessuno può essere messo a paragone con me“, il sunto delle sue parole.
Bene. Con le dovute proporzioni è stato un intervento simile a quello che fece svoltare la carriera di un certo CM Punk nel 2011. Lo svizzero, che ha senz’altro ragione da tutti i punti di vista, ha deciso di prendere in mano la sua carriera e di mostrare alla gente (che già lo adora per il suo modo di combattere) quanto abbia davvero voglia di emergere e che, se vuole, con il microfono può dire la sua, eccome. E poco importa la successiva sconfitta (sporca) con il rientrante Bad News Barrett. Cesaro ha deciso di dire la sua. E tra i vari Daniel Bryan, Roman Reigns, Seth Rollins, Dolph Ziggler e quant’altri, forse questo 2015 può davvero diventare l’anno della sua esplosione. E tutti sanno quanto Brock Lesnar abbia bisogno di un rivale amato dalle grandi folle.
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