Il Moviolone
Beat ‘em up, l’angolo del wrestling – La WWE abbandona i bambini… grazie ai bambini
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11 anni agoon
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RedazioneDomenica scorsa a ‘Extreme Rules’ la WWE ha fatto forse uno dei passi più convincenti degli ultimi tempi verso l’abbandono di quell’era che ha caratterizzato l’ultimo decennio sul ring, criticatissimo dai fan meno giovani: l’era PG (equivalente al ‘bollino giallo’ delle nostre guide tv, in precedenza il wrestling era ‘rosso’).
Un’era nella quale al centro del progetto erano stati messi i bambini: infatti gli eroi più vincenti della lega a loro erano rivolti e si rivolgevano. Un’era iniziata con le tragiche scomparse di Eddie Guerrero e Chris Benoit a cavallo tra il 2005 e il 2007 e che ha avuto il suo culmine con la candidatura a senatrice di Linda McMahon, moglie del proprietario della WWE Vince. Era il 2009 e ai McMahon sembrò ‘sconveniente’ associare in campagna elettorale a Lady Linda una federazione caratterizzata, in un passato non lontano, da campioni tifatissimi nelle arene, ma che non disdegnavano atti brutali, gesti osceni, ampio ricorso a birra e quant’altro. E quindi Stamford cambiò registro e il fulcro della WWE diventarono definitivamente gli ‘eroi senza macchia e senza paura’, alla Rey Mysterio e, soprattutto, alla John Cena.
Il campione, quindi, non aveva fallibilità, non aveva demoni da combattere, non aveva sfumature: era ‘solo buono’ e da tifare. Un modello perfetto, appunto, per i più giovani. Ma difficilissimo da digerire per chi abbia superato l’età da scuola primaria.
Negli ultimi anni diversi sono stati i tentativi di un cambio di paradigma, come dimostra il lungo dominio di CM Punk. A iniziarlo fu uno storico discorso a WWE RAW, tenuto il 27 giugno 2011 e nel quale la quarta parete fu svariate volte sfondata a calci. Nell’era di internet, in cui bastano due clic per sapere tutto ciò che accade dietro le quinte, ancora adesso non è del tutto chiaro quanto le accuse che lo ‘Straight Edge’, seduto nello stage a gambe conserte, espose con rabbia e ordine all’indirizzo del wrestling contemporaneo fossero state scritte e quanto invece fu farina del suo sacco.
La puntata di RAW del 28 aprile ha chiuso il cerchio. Bray Wyatt e i suoi compari Harper e Rowans hanno chiuso il cerchio. La scena immaginifica e quasi da film horror di un esercito di bambini, di nero vestiti (e successivamente coperti dalle maschere da pecora) che intonano una lenta e inquietante litania intorno a John Cena è stato quanto di più lontano dal PG si sia visto da anni.
E’ stata, insieme al discorso di Punk di cui sopra, la scena forse più iconica del decennio. E può aprire una nuova epoca. Lo dimostra quanto visto a East Rutherford domenica: a ‘Extreme Rules’ il match per la cintura tra Daniel Bryan e Kane ha visto un tavolo prendere fuoco e gli atleti lanciarsi attraverso di esso. Ed era dai tempi di Mick Foley che non si vedeva qualcosa di simile. E anche l’esito del match nella gabbia tra Wyatt e Cena è andato in una direzione analoga, con la decisiva presenza di un bambino degno dei film del terrore anni ’70. Il punto esclamativo, infine, l’ha messo il solito Bray Wyatt con il suo ulteriore, ultimo discorso nell’ultima puntata di RAW, lunedì notte. Incentrato su quale modello è più giusto dare ai più piccoli. Non sembra un caso.
Forse la schiavitù della WWE, piegata all’esigenza di regalare ai bambini dei supereroi da imitare, è finita. E ad affrancare la federazione è stato proprio un piccolo nugolo di giovani e giovanissimi.
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