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Beat ‘em up, l’angolo del wrestling, speciale Royal Rumble – I 10 motivi per cui è stata la peggior rissa reale di sempre
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10 anni agoon
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RedazioneDato che in WWE i countdown dal 10 all’1 sembrano piacere molto, analizziamo qui i dieci motivi per cui, probabilmente, il Royal Rumble Match andato in scena domenica notte da Philadelphia è il più deludente di sempre. E, di certo, tra i più deludenti.
Extra – I tre Tag Team Match di apertura: in rigoroso ordine cronologico, gli Ascension contro i New Age Outlaws, gli Usos contro The Miz & Damien Mizdow, Le gemelle Bellas contro Natalya & Paige. Ovvero, un team di coppia che dovrebbe risollevare la categoria che rifila uno squash a due atleti semiritirati (poco semi e molto ritirati, tra l’altro) e altri due match già visti e rivisti negli show settimanali. Uno spazio che poteva essere impegato in ben altro modo.
10 – Gli ingressi a sorpresa, in particolare quelli di The Boogeyman e Diamond Dallas Page: se dovevano essere di questo impatto, tanto valeva lasciar perdere e gettare nel ring altri atleti, semidimenticati nel roster o anche mezzi infortunati. Tanto un modo per eliminarli, nella Royal Rumble, si trova sempre.
9 – The Miz e Damien Mizdow: l’ex intellettuale è al momento tra i lottatori più tifati nelle arene di tutta America, mentre l’Awesome One è tra i più contestati (grande merito a entrambi). Ottima l’idea di un Miz voglioso di prendere il posto della sua controfigura e avere una seconda possibilità nella Rumble. Ottima la gestione di Mizdow, dubbioso e poi gettatosi nella mischia. Ma l’eliminazione dopo pochi secondi non ha fatto che indispettire ulteriormente il pubblico (ci arriveremo).
8 – Bray Wyatt: Già in passato (era il 2011) CM Punk aveva passato lunghi tratti di rissa reale sul ring da solo. Ma era la Rumble a 40 uomini e soprattutto l’anno del Nexus. Mandare Sin Cara e Zack Ryder contro il guru della palude non aumenta certo la considerazione di quest’ultimo. Anzi, spegne l’entusiasmo del pubblico e basta.
7 – Bubba Ray Dudley: Fare rientrare un atleta come lui, dopo dieci anni di assenza e in una città che lo ama alla follia, al numero 3 e farlo eliminare dopo pochi minuti significa non capire di avere in mano uno dei jolly della serata.
6 – Scaramucce tra coppie, che però non scoppiano: prima gli ex membri della Wyatt Family, poi Goldust & Stardust, quindi Miz & Mizdow fino all’imbarazzante siparietto di Kane & Big Show. Tante, troppe coppie si sono scontrate durante la rissa reale e nessuna l’ha fatto veramente. Si divideranno tutte? Non se ne dividerà nessuna? Il fatto che non si capisca ancora è decisamente grave.
5 – The Rock: annunciato in pompa magna a Philadelphia, non si è visto se non a PPV già finito per salvare il parente Roman Reigns dal pestaggio dell’Authority (e, più probabilmente, dal linciaggio verbale della Wells Fargo Arena). Una delle esibizioni con meno ‘elettricità’ della sua carriera, in una serata che di elettricità ne aveva bisogno eccome.
4 – Storie raccontate: senza inutili giri di parole, nessuna. Non ci sono stati assoli, non ci sono stati Royal Rumble moments, non ci sono state accelerazioni nella contesa tra due o più rivali, non ci sono stati salvataggi spettacolari. Come a voler fare un dispetto al WWE Universe, poi, tutti i paladini degli appassionati (non i ‘face’, sia ben chiara la differenza) sono stati eliminati senza colpi di scena e senza che siano state poste le basi per nuove faide verso WrestleMania. Cesaro, Dolph Ziggler, Bray Wyatt, Dean Ambrose, lo stesso Mizdow, sono usciti dal match in sordina. Lo stesso è accaduto a Swagger e Ryback, non altrettanto amati, ma comunque eroi buoni. E la lite tra Kane e Big Show è durata giusto il tempo di legittimare la vittoria di Reigns. Ma i match di WrestleMania quando saranno decisi? Ma questa Royal Rumble, poi, a cosa è servita?
3 – Daniel Bryan: è probabilissimo che non fosse ancora pronto per una rissa reale a grandi livelli. Ma allora perché farlo entrare con il numero 10? Si è fatto un pisolino con Bray Wyatt fuori ring per dieci minuti, poi è stato eliminato dallo stesso lottatore (con cui ha già avuto una lunga rivalità, che sicuramente non si riproporrà a WrestleMania). Gestito malissimo. Se non aveva l’autonomia per lottare a lungo non valeva la pena farlo entrare verso la fine e almeno non farlo classificare diciannovesimo alle spalle, tra gli altri, di Adam Rose e Gold & Stardust. Una mortificazione che non meritava.
2 – Il pubblico: lo splendido match tra Brock Lesnar (inchini), Seth Rollins (applausi) e John Cena (indifferenza) aveva caricato Philadelphia. Una Royal Rumble le cui emozioni sono andate via via naufragando l’ha lasciata prima sbigottita e poi infuriata. Roman Reigns è stato trattato alla stregua di un top heel del decennio, non del nuovo eletto volto della Federazione. Alla fine la gente di Philadelphia, la città della dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti e della redazione della costituzione, ha tifato a tutta voce per l’antiamericano Rusev. Se la WWE non si affretta a correre ai ripari dopo segnali del genere la Federazione rischia il tracollo.
1 – Roman Reigns: sembra impossibile rimpiangere Alberto Del Rio e Sheamus, eppure questa è la situazione attuale. L’Ariete è il vincitore (legale) meno convincente dai tempi pionieristici di questo match. Non ha offerto alcuna mossa d’impatto degna di essere ricordata. Ha eliminato solo low o midcarder (Goldust & Stardust, Titus O’Neill peraltro con la collaborazione di Ambrose). Si è sbarazzato di Kane e Big Show, insieme, solo per una inutile scaramuccia tra i due. Infine ha vinto la contesa scacciando Rusev, presunto “super atleta imbattibile”, come un fuscello. Zero suspance. Zero coinvolgimento. E nel main event di WrestleMania non si capisce come possa essere sostenuto, avendo la gente ormai adottato Brock Lesnar e apparendo molto difficile, al momento, un suo turn heel. Dallo Slammy Award in poi lui e chi lo gestisce hanno sbagliato tutto. Ma tutto.
P.S. E’ troppo facile rimpiangere le Royal Rumble della sempre fin troppo celebrata Era Attitude. Guardate questo video: è la rissa reale di soli cinque anni fa. Guardate i nomi che vi hanno preso parte. Guardate quante eliminazioni spettacolari e salvataggi in extremis. E contate i partecipanti che, sulla carta avrebbero potuto vincere. Confrontate anche il lavoro compiuto dai primi due entrati (come nel 2015, un cattivo di buon livello e un buono di livello leggermente inferiore) e dal terzo che (come nel 2015) li elimina entrambi. Sono le uniche cose in comune con questo 2015 che gli amanti della Royal Rumble sperano di dimenticare al più presto.
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