Ciclismo, Tour de France: italiani protagonisti in Francia

La vittoria di Matteo Trentin a Nancy ha messo in luce la classe del ciclista trentino, già in trionfo nel 2013 a Lione.

Sulle strade della Lorena ha avuto un tempismo perfetto nell’impostazione della volata mentre Peter Sagan, stremato dopo lo scatto sulla salita conclusiva, è partito troppo tardi perdendo di pochi centimetri dall’alfiere della Omega.

Trentin ha grande talento ma, per ora, ha spesso dovuto lavorare per i suoi capitani.

Inizialmente, avrebbe dovuto far parte del treno allestito per Mark Cavendish ma, dopo il ritiro di Cannonball, è divenuto il pesce pilota (ultimo uomo) di Mark Renshaw.

Proprio Renshaw si è staccato prima dell’arrivo e, dunque, il nostro ciclista si è messo in proprio con successo.

Il protagonista assoluto della prima settimana è stato Vincenzo Nibali, vincitore a Sheffield e terzo sul pavé di Arenberg, su cui ha rifilato seri distacchi ai concorrenti diretti per la maglia gialla, che indossa dalla seconda prova.

Il siciliano appare nel momento di massima forma della carriera, ma la corsa è ancora molto lunga e nei prossimi tre giorni si dovrà soffrire sui Vosgi.

Dopo il ritiro di Froome, l’avversario più temibile è Alberto Contador che, però, è già lontano 2’37” in classifica generale dal campione italiano.

Al momento, il più sorprendente è stato il polacco Michal Kwiatkowski, staccato di soli 50 secondi, mentre Van Den Broeck, Porte, Talansky e Valverde hanno perso parecchio proprio sulle pietre.

A proposito di Jurgen Van Den Broeck, è stato azzerato il distacco di 1’23” subito a Nancy, di cui inizialmente era stato addebitato e, perciò, resta quinto a 1’45” da Nibali.

La stampa e il pubblico francese stanno esaltando l’azzurro dell’Astana, definito addirittura “Dantesco” da un quotidiano dopo l’impresa nell’Inferno della 5a tappa.

 Ormai, tutti tifano per lui e un ciclista nostrano così amato Oltralpe non si vedeva più dai tempi di Marco Pantani nel 1998.

Infine, si sono ritirati Stef Clement, John Atapuma e Danny Van Poppel.

Riccardo Tempo