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Formula 1 – Ide e i suoi “fratelli”: i peggiori bidoni nella storia della F1
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10 anni agoon
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RedazioneLa storia della Formula 1 è costellata di duelli leggendari, di rivalità epiche, di trionfi memorabili e tragedie strazianti, di grandi gioie e grandi delusioni; tuttavia, in questo particolare sport, che molti non ritengono tale, c’è anche un lato comico, a tratti fantozziano, che emerge nel momento in cui fanno il loro ingresso personaggi a dir poco inadeguati.
Di chi stiamo parlando?
Ebbene, Yuji Ide è l’esempio più recente e imbarazzante del “dilettante allo sbaraglio”. Infatti, rispetto a lui gli scarsissimi Karun Chandhok e Sakon Yamamoto, quest’ultimo “eccellente” pay driver (in italiano: pilota pagante, in parole semplici, colui che paga per gareggiare), sembrano quasi essere professionisti navigati.
Nel 2006 il giapponese viene ingaggiato da Aguri Suzuki per correre in Formula 1 nel proprio team appena fondato, la Super Aguri. Dopo due ritiri e un 13esimo -e ultimo- posto ottenuto, il 23 aprile compie il capolavoro della propria carriera: durante il primo giro del Gran Premio di San Marino, con una manovra da vero kamikaze, tampona la Midland dell’incolpevole Christijan Albers e ne causa il cappottamento. Fortunatamente, nessuno si fa male. Ancor più fortunatamente, la FIA decide di revocargli la superlicenza. Il motivo del suo approdo in F1 è tuttora un mi$tero.
Tornando indietro di diversi anni, merita di essere citato il canadese Al Pease. Nel 1967 prese parte al GP di casa e terminò a 43 giri dal vincitore. Nel 1969 non ebbe miglior sorte, sempre in Canada venne squalificato poiché procedeva troppo lentamente.
Più recentemente, negli anni ’90 e primi 2000 si sono “distinti” elementi come Philippe Adams, Taki Inoue e Gastón Mazzacane.
Il primo, due GP all’attivo per la “modica” cifra di 500.000 $, è ricordato per aver percorso la mitica Eau Rouge di Spa a 120 km/h (di norma la si affronta a più di 250 km/h), il motivo? Aveva paura.
Il secondo può essere definito il “prototipo di Ide”, poco talento e molte figuracce. Si mise in luce come nemesi dei soccorritori. A Monaco, nel 1995, dopo essersi ritirato, mentre veniva trainato ai box fu tamponato dalla Safety Car. Risultato: commozione cerebrale. Pochi mesi dopo, in Ungheria andò in scena il secondo round. Inoue fu costretto al ritiro -che strano?- per la rottura del motore, dopo essersi fermato prese un estintore per spegnere il principio d’incendio sulla sua Footwork, ma fu investito dall’auto dei commissari. Nulla di grave, si ripresentò la gara successiva, pronto a dare nuovamente spettacolo.
L’ultimo del trio, Mazzacane -già il nome è una garanzia-, fu un altro lampante esempio di pilota pagante, dopo una stagione anonima in Minardi (2000) venne ingaggiato da una Prost in gravi difficoltà economiche. Tre ritiri e un 12esimo posto sancirono il termine della sua scialba esperienza nel Circus.
Invece, Luca Badoer vanta il maggior numero di gare disputate (50) senza ottenere nemmeno un punto. Tuttavia, il veneto non era scarso, anzi, nel corso degli anni si è dimostrato un ottimo collaudatore. Purtroppo, ha avuto la sfortuna di guidare monoposto non competitive in un’epoca dove andavano a punti solo i primi sei classificati. Quando ha avuto l’occasione della propria vita si è trovato al posto giusto (Ferrari) nel momento sbagliato (2009, subentrato all’infortunato Massa).
Molti altri piloti meriterebbero di essere citati, ma sarebbero troppi. Tra i tanti bidoni si ricordano: Paul Belmondo, Giovanni Lavaggi, Ricardo Rosset, Alex Yoong e Giovanna Amati.
In conclusione, menzione d’onore per EuroBrun, Life e Andrea Moda, probabilmente i peggiori team che abbiano mai “gareggiato” in Formula 1. Ci sarebbero parecchie parole da spendere, ma sarà per un’altra volta.
Luca Scarioni da: http://worldsports1987.com/
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