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Formula 1, March: oggi scomparsa, un tempo fucina di talenti
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10 anni agoon
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RedazioneOggi March Engineering, acronimo formato dalle iniziali dei quattro soci fondatori Max Mosley (l’ex presidente della Federazione Internazionale dell’Automobile), Alan Rees, Graham Coaker e Robin Herd, è un marchio pressoché sconosciuto.
Tuttavia, in molti non sanno che fu una casa costruttrice britannica fondata nel 1969 a Bicester, nell’Oxfordshire, e attiva in Formula 1 tra il 1970 e il 1992 per la quale gareggiarono campioni del calibro di Niki Lauda e Ronnie Peterson, oltre a piloti di buon livello come Chris Amon e Jo Siffert. Persino una scuderia importante come la Tyrrell di Jackie Stewart e François Cevert si affidò ai loro telai.
Inoltre, Maria Grazia “Lella” Lombardi, l’unica donna capace di raccogliere punti in F1, ottenne il suo miglior piazzamento, un sesto posto dietro al compagno di marca Vittorio Brambilla nel Gran Premio di Spagna del 1975, proprio al volante di una March.
Il debutto in F1 avvenne nel Campionato del 1970 e la prima monoposto schierata fu la 701 (motorizzata Ford Cosworth) affidata ufficialmente a Chris Amon e Jo Siffert. In aggiunta, vennero forniti ulteriori telai ad altri team, tra i quali spiccava la Tyrrell del Campione del Mondo uscente Stewart. I risultati non tardarono ad arrivare; infatti, l’alfiere Tyrrell vinse subito il Gran Premio di Spagna, secondo appuntamento stagionale, mentre Amon conseguì tre podi.
L’anno seguente la vettura si dimostrò ancor più performante e Peterson, appena ingaggiato dal team ufficiale, pur non vincendo alcun Gran Premio, si laureò vicecampione con cinque podi all’attivo.
Nel 1972 la scuderia inglese affiancò allo svedese un giovane Lauda, ma l’annata, a causa della scarsa competitività dell’auto, non fu particolarmente degna di nota. Il miglior risultato fu un terzo posto conquistato da Peterson nel GP di Germania.
Il 1973, perso lo sponsor principale, si rivelò ancora avaro di grandi soddisfazioni e da qui in poi iniziò il declino, eccezion fatta per le vittorie di Brambilla (Zeltweg ‘75) e Peterson (Monza ‘76), che portò il marchio britannico a sparire dalla F1 alla fine del 1977.
Successivamente, si ripresentò per una breve parentesi infruttuosa nelle stagioni 1981-82 e tra il 1987 e il 1992 (‘90 e ‘91 come Leyton House Racing), con l’exploit del 1988, anno in cui il genio Adrian Newey progettò la 881 che Capelli (due podi) e Gugelmin portarono al sesto posto finale in classifica costruttori.
Ormai sul viale del tramonto, la March ottenne gli ultimi punti in F1 nel GP del Canada del 1992, grazie a un quarto posto di Karl Wendlinger. A fine stagione, quella che nei primi anni ’70 si era rivelata un’ottima palestra per giovani talenti, chiuse definitivamente la propria esperienza nel Circus.
Luca Scarioni da: http://worldsports1987.com/
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