Il Moviolone
REPORTAGE – Grande successo per la sesta edizione di ‘Matti per il calcio’
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12 anni agoon
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RedazioneLo sport, e il calcio in particolare, quando praticato in modo autentico e genuino, sa essere un veicolo straordinario di integrazione sociale e consente, anche a chi ogni giorno deve convivere con una patologia, di riscoprire le proprie potenzialità fisiche e mentali e, conseguentemente, di migliorare le proprie condizioni di vita. Tutto questo è stato Matti per il calcio, la manifestazione nazionale di calcio a 7 dellUisp (Unione Italiana Sport per tutti) svoltasi a Montalto di Castro dal 13 al 15 settembre e riservata alle squadre dei Centri di Salute Mentale di tutta Italia.
Quella conclusasi lo scorso sabato è stata la sesta edizione e ha fatto registrare un record sotto il profilo partecipativo: nella cittadina del Viterbese si sono infatti confrontate ben 22 squadre, composte da pazienti, operatori, volontari e medici dei Csm di tutta la penisola. In tutto, fra atleti e dirigenti, la macchina organizzativa ha coinvolto oltre 500 persone.
Matti per il Calcio è il frutto di unidea nata sei anni fa, quando ero un semplice consigliere. racconta Tore Madau, oggi presidente del Consiglio Nazionale della Lega Calcio Uisp Avevamo notato una carenza a livello di istituzioni sportive: nonostante ci trovassimo di fronte a una società quanto mai multiforme ed eterogenea, lo sport, e il calcio in particolare, era riservato allora solo ai cosiddetti normodotati. Così, partendo dallesperienza dei non vedenti, in grado di giocare a calcio a 5 attraverso lespediente del pallone sonoro, e da unanalisi di studio del disagio sociale, che afferma che qualsiasi sport pratichi una persona con delle disabilità, questo comporterà una diminuzione dei farmaci di cui ha bisogno e un vivere meglio complessivo da parte sua nella società, ci siamo chiesti: perché non promuovere uniniziativa analoga nel mondo della cosiddetta disabilità mentale?.
Lidea ha avuto grande successo, e la manifestazione di Montalto di Castro sta crescendo progressivamente. Siamo arrivati alla sesta edizione, ha detto Madau e per loccasione siamo arrivati a dire, con la pubblicazione di un volume frutto di studi scientifici approfonditi, che ciò che pensavamo, ovvero che la pratica dello sport porta al miglioramento complessivo della vita di un individuo, era giusto. Nei ragazzi con disabilità mentale che hanno iniziato a praticare il calcio si è infatti riscontrata una diminuzione dei farmaci assunti e dei ricoveri ospedalieri. Siamo stati dei pionieri in questo senso.
Dal 2006 ad oggi, poi, lasticella della manifestazione si è sollevata sempre più in alto, ha constatato Madau e di anno in anno ci sono stati dei miglioramenti nella partecipazione e nella consapevolezza. Non solo: sta salendo progressivamente anche il livello tecnico, con squadre preparate e sempre più organizzate. I ragazzi ci tengono a fare bella figura e si allenano sempre con maggiore convinzione. Il tutto ha poi anche delle conseguenze positive di carattere economico, visto che meno farmaci significa anche una minor spesa sanitaria. Dietro al successo di Matti per il calcio cè limpegno di tante persone. Un grazie va a tutti gli operatori , ha sottolineato Madau che svolgono un lavoro fondamentale per il buon esito della manifestazione. A volte quello che fanno viene sottovalutato, e invece hanno un ruolo di primaria importanza.
La competizione Prima sul campo erboso del Martelli, poi, causa pioggia, sul parquet del Palazzetto dello Sport di Montalto, non si può dire che a Montalto sia mancato lo spettacolo. Operatori, pazienti, medici e volontari dei Centri di Salute Mentale di tutta Italia si sono affrontati con lealtà e sportività, dando vita a delle gare combattute e avvincenti. A imporsi per la seconda volta consecutiva nella manifestazione è stata la squadra del Tucano di Roma, che ha superato in finale I Cittadini del Mondo di Varese con il punteggio di 7-5. Ma in realtà la vittoria è stata di tutti, visti gli obiettivi delliniziativa. Tanto che la cerimonia di premiazione, il venerdì sera, è stata unautentica festa dello sport, e ha visto protagoniste tutte le squadre e gli atleti partecipanti, senza nessuna distinzione per i risultati conseguiti.
Limportante è divertirsi A Montalto, dunque, vincere è importante solo relativamente. I primi ad esserne consapevoli sono gli stessi calciatori protagonisti. Vincere fa sempre piacere ammette Mauro Pisanu, capitano e bomber dei Fenicotteri di Oristano ma se si verifica lopposto non ci sono problemi, limportante è divertirsi, riuscire a fare gruppo e conoscere nuove persone. Probabilmente il nocciolo della questione è capire che queste persone, seppur con delle problematiche, possono dare tanto perché hanno delle potenzialità, spesso inespresse. Bisogna saperle individuare e incentivarle.
Sulla stessa linea il compagno di squadra Claudio Puddu. Al di là dei risultati, ha detto essere a Montalto è per me una bella soddisfazione, perché nella mia squadra ho trovato prima di tutto buoni amici. Insieme abbiamo condiviso tante belle esperienze, calcistiche e non solo. Essere amici ci aiuta a superare i problemi, e a volte ci permette di battere squadre più forti della nostra. Anche se a volte prima delle partite sento un po di tensione partecipare a questa manifestazione mi ha dato la gioia di giocare a calcio e tanta serenità. Come a dire, insomma, che si vince anche senza arrivare primi.
Unesperienza che fa crescere Anche per i medici e gli operatori i tre giorni di Montalto sono stati un qualcosa di unico, che non si dimentica facilmente. Mi aspettavo di vivere unesperienza dove lo sport, il calcio, la facesse da padrone, seppur con una lettura molteplice. ha spiegato Francesco Secchi, protagonista nel doppio ruolo di psicologo e calciatore Ma, come spesso accade, la realtà va al di là delle aspettative. Le emozioni sono state tante e forti. Tutto quello che ho appreso a Montalto mi permette di crescere dal punto di vista professionale e personale. Più cresco come persona, più questo mi fa crescere sul lavoro, è impossibile scindere i due campi.
Infine un augurio: Vorrei che i ragazzi capissero che il calcio è un po una metafora della vita. Le difficoltà che incontrano sul campo sono come quelle che hanno incontrato nella loro vita, ma meno dure, e quindi possono essere superate allo stesso modo.
Progetti futuri Dopo il successo di Matti per il calcio 2012, gli organizzatori pensano già alle prossime edizioni. Le idee per crescere ulteriormente non mancano. Personalmente ho un progetto che intendo proporre al Consiglio Nazionale. rivela Tore Madau La mia idea è quella di coinvolgere le Asl, la cui partecipazione è stata fino ad oggi solo parziale. Con un coinvolgimento maggiore delle Aziende sanitarie locali ci sarebbe la possibilità di disporre di maggiori risorse e dunque tutto potrebbe essere ulteriormente migliorato”.
“Finora ha concluso Madau denoto infatti una carenza di sensibilità delle Asl, che invece dovrebbero essere parte trainante di questa manifestazione. Meno ricoveri di pazienti, meno farmaci somministrati significherebbero per loro un risparmio. E iuna parte di quelle risorse risparmiate potrebbe poi essere reinvestito in questo tipo di intervento.
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