Interviste
Esclusiva: Alessio Tacchinardi
Esclusiva: Alessio Tacchinardi

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3 ore agoon
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Redazione
Esclusiva: Alessio Tacchinardi
Esclusiva: Alessio Tacchinardi a Calcissimo: “Il DNA della Juventus? Ti cambia la vita”. L’ex centrocampista analizza il momento della Juve.
In un’intervista esclusiva rilasciata a Calcissimo.com, Alessio Tacchinardi, ex centrocampista di Juventus, Atalanta e Villarreal, ha fatto il punto con Davide Sacchetti sulla stagione bianconera. Dai problemi di identità della squadra agli acquisti che ancora non hanno inciso, fino al possibile arrivo di Thiago Motta in panchina. Tacchinardi ha parlato anche del DNA Juve e dei leader che hanno segnato la sua carriera, senza dimenticare un aneddoto sull’Avvocato Agnelli.
Una Juventus ancora senza identità
Come stai vedendo quest’anno la Juventus?
“È una squadra giovane, ha avuto tanti infortuni e troppi alti e bassi. Ancora non ha trovato un’identità precisa. Non voglio darle troppe attenuanti, ma oggi è a sei punti dalla vetta. Certo, ci sono molti rimpianti per i punti persi con le piccole e per le eliminazioni contro PSV ed Empoli.
Oggi la Juve è una squadra ancora in cerca di sé stessa, deve trovare una quadratura ben definita. Alcuni acquisti non stanno rendendo come ci si aspettava, hanno faticato nei primi mesi. Ma aspettiamo la fine della stagione, perché ad oggi può succedere di tutto.”
Manca personalità nei nuovi acquisti?
Gli acquisti che sono stati fatti mancano di personalità per stare nella Juventus?
“Finora nessuno ha preso in mano la squadra. Quindi bisogna capire se la valutazione è stata sbagliata, se il giocatore soffre la pressione di giocare a certi livelli o se magari l’allenatore non l’ha messo nelle condizioni migliori.
Io credo che se un giocatore è bravo, gioca ovunque. Quindi o la valutazione è stata errata o semplicemente ci sono livelli diversi nel calcio: ci sono giocatori da grandi squadre e altri da squadre meno blasonate.”
Thiago Motta alla Juventus? Tacchinardi aspetta la fine della stagione
Se fossi nella dirigenza della Juventus, l’anno prossimo ripartiresti da Thiago Motta?
“Aspetterei la fine della stagione per dirlo. Dopo la partita contro l’Empoli avrei detto di no, ma ora la squadra è a sei punti dalla vetta con undici giornate ancora da giocare.
Ad oggi, onestamente, la Juve è una delle poche squadre che ancora non ho definito con precisione. Se fossi un dirigente, sarei in difficoltà a prendere una decisione in questo momento.”
Koopmeiners deludente, Thuram sorprendente
Ti aspettavi un rendimento così sottotono di Koopmeiners? E una crescita così immediata di Thuram?
“Non mi aspettavo una stagione così anonima da parte di Koopmeiners, ma il campo ha parlato: è stato molto timido. Spero che il gol di ieri lo sblocchi un po’.
Da Thuram, invece, sono rimasto sorpreso. Penso che tra un paio d’anni possa diventare un vero leader di questa squadra.”
Lippi e i leader della Juventus
Che rapporto avevate nella vostra Juventus con Lippi e i leader come Conte, Ferrara e Del Piero?
“Erano uomini diversi, con attributi pesanti. Se c’era qualcosa da dire, ce lo dicevamo in faccia. Lippi era il numero uno, aveva grandi uomini a lavorare con lui e ha saputo creare un’unità di intenti incredibile, che ci ha portato a vivere stagioni straordinarie.”
Il DNA Juventus: un mindset che ti cambia la vita
Cos’è per te il DNA Juventus e quando l’hai capito?
“Il DNA Juventus lo può capire solo chi ha giocato a quei livelli. È qualcosa che senti ogni giorno: quando arrivi all’allenamento e torni a casa senza mai essere soddisfatto di come ti sei allenato, quando non vuoi mai perdere nemmeno una partitella, quando non molli un centimetro in campo.
Dopo una partita, pensi subito a quella successiva. Il pareggio è una sconfitta. Non si può spiegare finché non lo vivi. Quando entri in questa mentalità, fai uno switch mentale che ti cambia la vita.”
Il timore di incrociare l’Avvocato Agnelli dopo una sconfitta
Hai un aneddoto sull’Avvocato Agnelli?
“L’Avvocato era una persona straordinaria. Quando si perdeva, sapevi già che il giorno dopo sarebbe arrivato. E lì, nel corridoio dello stadio Comunale, da quando parcheggiava la macchina fino agli spogliatoi, speravi solo che non dicesse niente a te.
Ti faceva delle battute che ti tagliavano a fette. Quei due minuti di attesa, da quando scendeva dall’auto a quando entrava nello spogliatoio, erano interminabili… speravi solo di non essere il suo bersaglio del giorno!”
Esclusiva: Alessio Tacchinardi
Alessio Tacchinardi ha vissuto il calcio ai massimi livelli e il suo giudizio sulla Juventus attuale è chiaro: una squadra in cerca di identità, con acquisti che non hanno ancora inciso e un futuro tecnico tutto da scrivere. Il DNA bianconero, però, rimane una costante: un mindset unico, che solo chi l’ha vissuto può comprendere. E nel ricordo dell’Avvocato Agnelli, riaffiorano quegli anni di successi e sacrifici, in cui la Juventus era sinonimo di mentalità vincente.