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Interviste

Esclusiva: Emanuele Calaiò

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Esclusiva: Emanuele Calaiò

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Esclusiva: Emanuele Calaiò. Dagli esordi al Torino alla mentalità di Conte: la carriera e le emozioni di un bomber giramondo.

Esclusiva: Emanuele Calaiò

Emanuele Calaiò, attuale team manager del Savoia, ha vissuto una carriera calcistica ricca di emozioni e successi. Attaccante talentuoso e prolifico, ha lasciato il segno con le maglie di Torino, Napoli, Siena, Catania e Parma. In questa intervista esclusiva per Calcissimo.com, rilasciata a Davide Sacchetti, ripercorre i momenti più significativi del suo percorso, svelando aneddoti, emozioni e riflessioni sui grandi allenatori che ha incontrato.

Gli esordi e il primo gol in Serie A con il Torino

Che ricordi hai del Toro?

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“Sicuramente ricordi bellissimi, è stato l’inizio della mia carriera. Ho fatto tutta la trafila nel settore giovanile, mi sono trasferito da piccolo e a 17 anni ho segnato il mio primo gol in Serie A grazie a Mondonico, che mi ha dato l’opportunità di esordire. Successivamente il Torino mi ha girato in prestito a due-tre squadre, poi sono tornato e abbiamo vinto il campionato di Serie B, conquistando la promozione in A.”

L’amore per Napoli e il rimpianto di non essere rimasto più a lungo

Avresti voluto rimanere di più a Napoli?

“Per me Napoli è speciale, il rapporto con i tifosi, con la città… I miei figli sono cresciuti qui e sarei rimasto volentieri più a lungo. Ho vinto campionati in Serie C e B, ho segnato tanti gol, ma avrei voluto giocarmi meglio le mie chance anche in A. Se ci fosse stata più fiducia da parte del mister o della società, magari sarebbe andata diversamente. Poi, siccome erano stati scelti altri attaccanti, ho deciso di andare a Siena per continuare a valorizzarmi.”

Gli allenatori che hanno segnato la sua carriera

Chi è l’allenatore che ti ha valorizzato di più?

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“Ho avuto la fortuna di lavorare con tanti tecnici importanti. Marco Giampaolo mi ha dato l’opportunità di mettermi in mostra in Serie A, poi ho avuto Mazzarri, Benítez, Gasperini e soprattutto Antonio Conte, che in Serie B a Siena ci ha portato alla promozione con un campionato straordinario. Con lui sono cresciuto molto, sia come uomo che come calciatore. Ogni allenatore mi ha lasciato qualcosa.”

L’evoluzione di Gasperini e il suo rapporto con gli attaccanti

Ti aspettavi una crescita così importante di Gasperini?

“Sicuramente è un allenatore bravissimo sul campo, sa esaltare le caratteristiche della punta centrale. Io ho imparato tanto da lui, anche se inizialmente a Genova c’era Liverani e giocavamo con il 3-5-2, io e Gilardino. Quando è arrivato Gasperini, siamo passati al 3-4-3 e la punta centrale era Gilardino, mentre io entravo spesso a partita in corso. Nelle ultime gare ho giocato di più, ma lui è uno che lavora moltissimo sulla fase offensiva, e gli attaccanti ne beneficiano molto, come si vede ancora oggi con Retegui.”

Il sogno di un top club sfumato per un infortunio

Hai mai avuto l’opportunità di andare in un top club italiano o estero?

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“Quando sono tornato a Napoli con Mazzarri, abbiamo conquistato la Champions League e ho giocato in Europa League, quindi per me era già un grande traguardo. Ho avuto la fortuna di giocare con campioni come Hamsik, Cavani e Higuaín. Tuttavia, il vero salto lo potevo fare ai tempi di Siena: stavo andando forte, avevo già segnato 12 gol in Serie A e la Nazionale mi stava seguendo, ma a febbraio mi sono rotto il perone. Se non mi fossi fatto male, avrei potuto arrivare a 18-20 gol e magari finire in un top club come Inter, Milan o Roma. Addirittura, quella settimana a Cesena era venuto il vice di Prandelli a vedermi per portarmi allo stage in Nazionale… ma purtroppo il destino ha deciso diversamente.”

Antonio Conte

Com’era il rapporto con Conte e che carattere aveva?

“Lui è tosto, sa punzecchiarti nell’orgoglio. Per alcuni può essere un aspetto negativo, ma in realtà lo fa per spronarti e trasmetterti una mentalità vincente. Alla Juventus ha vissuto una carriera da giocatore e da allenatore in un ambiente abituato a vincere, e cerca di inculcare questa mentalità ovunque vada. Dice sempre che ‘il lavoro paga’, e infatti ogni allenamento con lui era a 200 all’ora. Ci faceva lavorare tantissimo, ma poi i risultati si vedevano. Alla fine, anche se può sembrare duro, lo fa sempre per il bene del gruppo. E anche ora a Napoli sta facendo un lavoro incredibile rispetto all’anno scorso.”

Esclusiva: Emanuele Calaiò

Emanuele Calaiò si racconta senza filtri, con la passione e la sincerità di chi ha vissuto il calcio a 360 gradi. Dall’emozione del primo gol in Serie A con il Torino, all’amore per Napoli, fino al rimpianto di un infortunio che ha frenato il salto in un top club. E poi i grandi allenatori, da Conte a Gasperini, e la consapevolezza che nel calcio, come nella vita, il lavoro ripaga sempre. Un’intervista che ci fa entrare nel mondo di un attaccante che ha lasciato il segno e che oggi continua a vivere il calcio con la stessa intensità, anche fuori dal campo.

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