Juventus
Gigi Buffon: “Tudor porterà energia positiva. Chiellini l’uomo giusto”

Published
4 giorni agoon

Gigi Buffon, ex numero uno bianconero e della Nazionale italiana, commenta la svolta avvenuta sulla panchina della Juventus.
Una svolta, quella avvenuta sulla panchina della Juventus, per provare a rendere meno amara una stagione fallimentare. Madama, infatti, ha deciso di esonerare Thiago Motta ed affidare il timone della squadra ad Igor Tudor. Il tecnico croato, a sua volta, cercherà di guadagnarsi la conferma anche per la prossima stagione.
L’obiettivo dell’ex allenatore di Hellas Verona, Udinese, Lazio e Marsiglia è quello di ricompattare l’ambiente. In più, bisogna centrare assolutamente il quarto posto in campionato: ultimo posto utile per accedere alla Champions League.
E di questo cambiamento ha parlato anche Gigi Buffon, che con Tudor ha condiviso per parecchio tempo lo spogliatoio.
Di seguito, le parole dell’ex portiere bianconero.
GIGI BUFFON: IL PENSIERO SU IGOR TUDOR

In una intervista rilasciata ai microfoni di ‘Sky Sport‘, a margine del ‘WEmbrace Awards‘, Buffon si espone così:
“Igor è sempre stato uno che quando entra in un gruppo lo si nota, sia per l’importanza fisica sia perché trasmette sempre ideologie importanti. Gli piace relazionarsi con il gruppo e contaminerà l’ambiente con energia positiva. Gli auguro tanta fortuna: ci vorrà per raggiungere i risultati”.
LE QUALITA’ DELLA JUVENTUS
Sulle qualità della formazione bianconera, Gigi Buffon si esprime così:
“Penso che la Juventus sia una squadra con individualità tecniche e morali importanti. La verità è che fino ad adesso non sono riusciti ad esprimerle: mi auguro che Tudor metta il gruppo nelle condizioni di esprimersi al massimo tecnicamente e moralmente”.
GIGI BUFFON SUL RUOLO DI CHIELLINI

Buffon prosegue parlando dell’ex compagno di squadra Chiellini:
“Giorgio conosce nel profondo l’anima della Juventus. Avendolo vissuto da protagonista ha gli strumenti per aiutare e consigliare chi è intorno per superare determinate difficoltà. Come lui ce ne sono anche altri: ad esempio Del Piero, Marchisio, Bonucci o Barzagli. La verità è che non dobbiamo soffermarci solo sulla storia di un ex campione, essere dirigente significa avere competenze che non è scontato avere dopo essere stato un gran giocatore”.