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Igor Tudor: “Non ci sono scuse. Juventus squadra forte”

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4 giorni agoon

Igor Tudor, arrivato alla Juventus al posto dell’esonerato Thiago Motta, si presenta in conferenza stampa.
Igor Tudor torna ufficialmente alla Juventus, ma questa volta in veste di allenatore capo della Vecchia Signora. Un destino scritto da tempo, dopo le sue avventure da calciatore e da vice di Andrea Pirlo.
Dopo l’inizio del lavoro alla Continassa, per preparare la sfida contro il Genoa, il croato si presenta in conferenza stampa. Presentazione che arriva a due giorni dal match dell’Allianz Stadium di sabato alle ore 18:00. Un appuntamento, ovviamente, fisso: ma che questa volta ha un sapore particolare.
Tudor, infatti, parla per la prima volta alla stampa dopo essere stato nominato allenatore della Juventus.
Di seguito le parole del tecnico bianconero.
IGOR TUDOR ED I RINGRAZIAMENTI

L’ex allenatore di Hellas Verona, Udinese, Lazio e Marsiglia apre la sua presentazione con alcuni ringraziamenti:
“Ringrazio il direttore Cristiano Giuntoli per la possibilità di allenare questo grande Club: voglio fare il massimo. Ci sono emozioni perché la Juve è un Club che tutti vorrebbero allenare. C’è la voglia di fare bene e raggiungere l’obiettivo. Credo in questa squadra, è forte e non ci sono scuse. Ho sempre cercato le sfide e voglio dai giocatori responsabilità“.
SU VLAHOVIC

“Dusan è un giocatore fortissimo e sono felice di allenarlo: ha le doti che deve avere un giocatore di prima classe. Fa goal, capisce ed è intelligente. Ci siamo parlati ed ha una gran voglia di ripartire. C’è anche Kolo Muani, con la quale possono giocare insieme. L’importante è avere i giocatori forti. Ho trovato una rosa giovane e forte”.
TUDOR SU KOOPMEINERS ED YILDIZ

“Quando uno è forte è facile trovare il ruolo. Ho visto tutti i ragazzi dispiaciuti perché quando un allenatore va via è anche responsabilità loro. Li ho visti molto motivati di ripartire e sono due giocatori con caratteristiche rare, che devono e possono fare goal. Fanno la differenza nel calcio. Proverò a trovare le posizioni giuste. I giocatori si devono sentire a loro agio per rendere al massimo.
Koopmeiners è un giocatore che viene da annate top ma quest’anno ha fatto meno: ma è forte e ha voglia di fare. Il mio compito è di farlo rendere al massimo e sono sicuro che lo farò”.
L’ACCOSTAMENTO CON MR WOLF
“Sono descrizioni, quasi sempre non è bianco o nero: io mi considero un allenatore, perché ho girato e alleno da 15 anni. Possono essere particolare perché faccio scelte con il cuore e se mi sento che è giusto, proseguo: altrimenti vado a casa. Si vive del momento. Cambia poco tra 10 anni di contratto o così poco. Vorrei stare 10 anni, ma cambia poco. Vado in campo a lavorare. Non possiamo controllare passato e futuro”.
LA LEADERSHIP
“Qualcuno l’ho conosciuto ieri e non posso dire come sono le persone. Vero che questa gioventù è diversa, non di giocatori ma di giovani. Prima c’era tanta più personalità, ma va anche detto che si è presa una strada di cambiamento e sono arrivati tanti giocatori. Ciò può rallentare questo percorso di crescita di questa. Quando sei alla Juventus devi crescere in fretta, devi vincere, non frega a nessuno se sei giovane.
La Juve è un grande Club perché fa cose giuste e scegliere le persone giuste. La cultura del lavoro che ho imparato qui in 7/8 anni. L’umiltà di Zidane, Del Piero, Montero. Si vince in Champions League mercoledì, poi in casa contro una piccola grande voglia nel riscaldamento”.
IGOR TUDOR SUL CAPITANO
“Tutti devono prendersi la responsabilità ed andare nella stessa direzione. Il capitano sarà Manuel Locatelli, che lo era finora e ha le doti giuste per farlo. Di altri 2-3 ne parleremo in questi giorni”.
IL MODULO ED IL CAMBIO TATTICO
“Ho giocato a 3 ed a 4 in difesa, pressing a uomo ed a zona. È importante tutto, bisogna trovare l’assetto giusto, ma la differenza la fa la spirito di sacrificio. Lo stile è compito dell’allenatore”.
IGOR TUDOR E LE DIFFERENZE CON THIAGO MOTTA
“Non posso paragonare la mia con quella precedente. Lavoro in allenamento e sabato deve essere la conseguenza di questo lavoro: spero di far vedere lo spirito sempre. Tatticamente per le cose giuste ci vorranno 2-3 settimane”.
LE PRIME CONSIDERAZIONI
“Quando mi ha chiamato la Juventus ero contento. Ai ragazzi ho detto tante cose: in particolare quello che cerco. È stata una settimana particolare perché c’erano le nazionali.
Ovviamente non si vince solo con il cuore, ma bisogna toccare i punti giusti: sia a livello di motivazioni che di tattica. I giocatori sono protagonisti, però noi dobbiamo farli rendere al massimo, facendo tutte le cose. Si vince facendo le cose giuste”.
ALCUNI RETROSCENA
“Sono arrivato all’età di 20 anni e c’era Zidane: allora dovevo fare una terapia, ma c’era lui. Vado via ma lui mi prende e mi dice ci sei tu. L’altra è quando ho tolto le calze dopo un allenamento e le lancio, viene Del Piero e mi dice: ‘Devi girarle perché di là c’è il magazziniere’”.
IGOR TUDOR E LA SQUADRA OFFENSIVA
“Non bisogna rinunciare e fare tutto: personalmente voglio gente che si diverta. Bisogna fare un goal in più, correre e difendere: mi piace attaccare con tanti, ma mi piace non prendere goal. Il lavoro deve essere completo. Gestire giocatori, cambi, strategie. Il calcio deve essere sempre più interessante. Il mondo è sempre più esigente. Non bisogna trascurare nulla”.