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Pirlo torna da maestro

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1 settimana agoon
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Luca Boate
Pirlo torna da maestro
Pirlo torna da maestro e incanta con i ricordi del Milan, le punizioni leggendarie e l’emozione di una carriera ricca di successi condivisi.
Andrea Pirlo è tornato a vestire la maglia del Milan per un match giocato dalle glorie rossonere e non ha potuto nascondere tutta la sua emozione, come ha spiegato ai microfoni dei canali ufficiali del club: “Il Diavolo ha fatto parte della mia vita e della mia carriera, un pezzo di storia di tutto il mio percorso. L’ultima volta era stata a Liverpool sempre per un’altra partita delle Legends. È sempre bellissimo, ci ritroviamo con ex compagni ed amici. È sempre molto emozionante”.
Le sue punizioni le sono valse il titolo di Maestro.
“Penso che sia stato un po’ il mio modo di giocare, il modo di vedere il calcio. Magari è un modo diverso rispetto ad altri, interpretato in un ruolo che magari in quel periodo veniva visto in un altro modo; io ho cercato di renderlo mio con le mie caratteristiche. Il calcio di punizione è stato un qualcosa in più”.
Manchester 2003
Il trofeo più importante ha sempre detto essere stato quello di Manchester.
“Sì, perché era il primo. La mia prima Champions League, per tanti era la prima. Abbiamo fatto un percorso lungo, passando dai preliminari fino alla finale, giocando una semifinale con l’Inter e una finale con la Juventus… Penso sia stato il culmine di un’annata straordinaria. Mi ricordo ancora l’emozione di arrivare all’Old Trafford con tutti i tifosi… Penso sia stata la partita più emozionante, soprattutto perché in quel periodo eravamo all’inizio di quegli anni d’oro”.
Ha un ricordo particolare?
“Mi viene in mente come siamo stati bene in quei dieci anni. Eravamo una famiglia, era un piacere trovarci tutti i giorni, andare al campo, stare insieme. Non ci pesava niente, forse è quella la forza che abbiamo avuto: stare tanti anni sempre più o meno con gli stessi giocatori, avevamo creato qualcosa di speciale tra di noi. Ogni sacrificio non era un sacrificio ma era una cosa bella da condividere tutti insieme”.
Ha giocato in uno dei centrocampi più forti dell’epoca?
“Penso di sì, non è che stato un anno o due. L’abbiamo mantenuto per tanti alti: vuol dire che il livello è sempre stato alto. Abbiamo iniziato giovani e abbiamo finito che non eravamo troppo vecchi (ride, ndr). È stato un arco temporale lungo e ricco di soddisfazioni, con grandi campioni al mio fianco”.