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14 maggio 2000, la fatal Perugia colpisce ancora

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La giornata di oggi richiama alla memoria per i tifosi della Juventus una delle date più amare della sua storia. Sembra strano a dirsi, ma anche la società di gran lunga più scudettata della storia del calcio italiano, e specialista di scudetti raggiunti sul filo di lana anche con sorpassi beffardi all’ultima giornata, ha nel suo curriculum un tricolore letteralmente buttato all’ultimo atto del torneo. Il 14 maggio 2000 è infatti il giorno della giornata probabilmente più surreale della storia della nostra Serie A, proprio per gli avvenimenti che hanno accompagnato la 34esima e ultima giornata del campionato 1999-2000. La stagione inizia molto presto per i bianconeri, essendo la squadra impegnata nel Torneo Intertoto per espiare il settimo posto dell’anno precedente, con Carlo Ancelotti in panchina, subentrato a metà della stagione precedente a Marcello Lippi. Reduce dalla grande delusione per uno scudetto sfumato in volata, la Lazio di Sven Goran Eiksson, nonostante la cessione di Christian Vieri all’Inter per 90 miliardi di lire, vuole assolutamente rifarsi, anche per onorare al meglio l’anno del proprio centenario.

Il campionato è caratterizzato nella prima da un durissimo testa a testa tra bianconeri e biancocelesti, ma nel girone di ritorno gli uomini di Ancelotti prendono il largo, fino a portarsi addirittura a +9 sui rivali capitolini a sole 8 giornate dalla conclusione del torneo, mettendo quindi una seria ipoteca sul suo 26esimo scudetto. La Juventus incappa però in due sconfitte consecutive, prima al Meazza per mano del Milan e soprattutto in casa nello scontro diretto contro la Lazio, che riapre i giochi per lo scudetto. La Juve a 3 giornate dalla fine del campionato avrà 5 punti di vantaggio sui rivali, ma una caduta inaspettata sul campo del Verona fa avvicinare minacciosamente i laziali. Alla penultima giornata la Juventus si aggiudica la gara interna col Parma grazie ad un gol di testa di Del Piero, ma nel finale di gara l’arbitro De Santis annulla il gol del pareggio di Cannavaro per un fallo in attacco molto presunto. La decisione arbitrale vanifica l’aggancio in vetta degli inseguitori e dà il via a una settimana particolarmente arroventata in fatto di polemiche. Prima della domenica della resta dei conti un gruppo di sostenitori biancocelesti inscenano un funerale, simboleggiando la morte del calcio.

Il 14 maggio 2000 la Juventus scende in campo a Perugia per l’ultima giornata con due punti di vantaggio sulla Lazio, impegnata sul proprio terreno di gioco contro la Reggina. I biancocelesti con due calci di rigore liquidano la pratica nel giro del primo tempo, così da potersi concentrare sulle notizie provenienti dall’Umbria. Lo Stadio Renato Curi al termine del primo tempo, con le squadre ancora ferme sullo 0-0, è travolto da un vero e proprio acquazzone, che rende il campo pressochè impraticabile. Pierluigi Collina, dopo un’attesa lunga circa 70 minuti, decide che in qualche modo la partita può proseguire e decide per il completamento della gara, per salvaguardare la regolarità del campionato, mentre nel frattempo gli uomini di Eriksson hanno terminato la loro gara vincendo 3-0. Dopo pochi minuti dall’inizio del secondo tempo una rete di Calori fa esplodere di gioia uno Stadio Olimpico ribollente di tensione. I bianconeri nella fase restante del match vedono le loro speranze infrante nelle numerose pozzanghere dello Stadio umbro, subendo così un incredibile sorpasso proprio all’ultimo atto. A Roma il popolo biancoceleste può così esplodere di gioia per il secondo scudetto della sua storia, a 26 anni di distanza dall’unico precedente, festeggiando nel migliore dei modi l’anno del suo centenario.

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