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Caro De Boer, benvenuto a Milano!
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8 anni agoon
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RedazioneEra una calda sera d’estate quando squilla il telefono a casa DeBoer: “Pronto Frank sono io, Erick. Fai le valigie, e’ ora. Finalmente puoi venire a Milano, ti aspetta la panchina dell’Inter. E’ tanto tempo che ti cerchiamo e finalmente ora si puo’ fare”. Il buon Frank prepara di corsa le valigie e si appresta a calarsi nella nuova avventura. Del resto, per un uomo come lui dal passato glorioso come calciatore e da allenatore appena dimessosi dall’ Ajax dopo 4 campionati vinti su 5, la tappa nerazzurra non puo’ che essere la logica conseguenza nella sua scalata da tecnico nel calcio che conta. Tutto giusto, tutto logico senza pero’ tener conto che allenare l’Inter in questo momento non e’ come allenare una squadra qualunque. Cambi societari, allenatori che si siedono sulla panchina giusto il tempo di prendersi un caffe’ e poi vanno via e una societa’ nuova arrivata da lontano che cerca ancora di capire come funzioni lo strano mondo del “football” italiano.
In tutto questo ci sono I tifosi nerazzurri, immersi in una centrifuga di cambi e svolte tecniche che non permetterebbe neanche a un genio come Freud di fermarsi un attimo a ragionare. Per questo caro Frank, la batosta di ieri 0-2 in casa contro una squadra ai piu’ sconosciuta non puo’ essere analizzata con logica e costrutto.
Tutto si spacca in casa nerazzurra, tutto I sentimenti passano da magnifici a catastrofici in men che non si dica e in tutto cio’ amico Frank tu devi capire, capire in fretta questo Mondo per non lasciartelo sfuggire appena finita quella tazza di caffe’.
Per I tifosi contrari all’addio di Mancini questa e’ la logica conseguenza della partenza del tecnico jesino, per I detrattori invece questi sono ancora I residui del pessimo lavoro fatto da colui che solo pochi anni fa riportava la Beneamata a vincere uno scudetto mancato per 20anni.
In tutto cio’ non si tiene conto forse del fattore principale: una squadra composta da giocatori incapaci di prendersi le proprie responsabilita’, uno spogliatoio senza leaders e giocatori che forse non sono in grado di gestire il peso della maglia che indossano. Del resto, basti pensare a come e’ composta la rosa nerazzurra: giocatori arrivati ancora nell’era Moratti come Ranocchia e Nagatomo, alcuno scelti da Mancini come Felipe Melo e Perisic, altri scelti direttamente dalla dirigenza come Banega e Ansaldi mentre alcuni sono arrivati grazie alle scelte sciagurate di Mazzarri (vedi Medel e D’Ambrosio).
Un “melting pot” che di certo non ti aiuta caro Frank ma che sapevi benissimo avresti trovato al tuo arrivo a Milano. Ora per te arriva la parte difficile: far diventare I giocatori a tua disposizione una squadra fatta e finita ma il tempo che hai a disposizione non e’ molto.
Forse la colpa e’ proprio li: non averti dato tempo, non aver costruito una rosa all’altezza, aver pensaro che l’ennesimo cambio di societa’ non avrebbe portato ripercussioni all’ambiente. Forse la colpa e’ proprio di chi questa situazione la gestisce dall’alto senza allenare e senza entrare in campo.
Benvenuto a Milano caro Frank, il tuo lavoro di certo non sara’ dei piu’ semplici in una citta’ che e’ nel bel mezzo della centrifuga del cambiamento insieme ai suoi tifosi. Spero solo che il tuo sia un caffe’ “lungo” a differenza di chi li ha bevuti prima di te. Solo cosi’ potrai aver avuto la possibilita’ di capire se effettivamente la tappa milanese sia una logica conseguenza della tua brillante carriera da allenatore nel calcio che conta.
Andrea De Boni
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