News
DE GEA: QUANDO L’EVOLUZIONE DEL RUOLO MOSTRA I SUOI LIMITI
Published
7 anni agoon
By
RedazioneNel meraviglioso spettacolo del derby iberico di ieri sera oltre al gol di Nacho ed alla punizione di
Ronaldo, a balzare all’occhio è stato sicuramente l’errore di David De Gea in occasione del secondo
gol di CR7.
Ma attenzione a non cadere nell’equivoco, perché se da un lato è vero che gli errori capitano, i
portieri possono sbagliare, dall’altro bisogna sempre cercare di capire perché certi infortuni
accadano. E nel nostro caso a finire sul banco degli imputati è proprio la filosofia cosiddetta
moderna, l’evoluzione nell’interpretazione del ruolo di cui proprio De Gea e Neuer sono i maggiori
e principali interpreti.
In pratica con l’avvento del nuovo millennio, si è assistito ad un cambiamento concettuale nel modo
di stare tra i pali che ha portato gli estremi difensori a passare da soggetti attivi a soggetti passivi.
Questo da un lato è stato un cambiamento fruttuoso se analizziamo i nuovi palloni (dal Fevernova
dei Mondiali 2002 al Roteiro di Euro 2004 è diventato un altro sport, ndr) più veloci, meno stabili
nella traiettoria e quindi con un aumento sensibile della difficoltà nel bloccarli per un portiere.
Però, se da un lato ci si è dovuti adattare a questo notevole cambiamento, dall’altro si è deciso di
tralasciare le basi. Non si insegnano più (o comunque non si dedica l’attenzione necessaria) le
tecniche di presa, la postura del corpo né tantomeno si educa il portiere a leggere il gioco. Negli
anni ’90 una delle prerogative era quella di anticipare le intenzioni dell’avversario, prepararsi con il
corpo e con il posizionamento tra i pali o in uscita. Per questo i numeri 1 erano soggetti attivi. Oggi
invece troviamo soggetti passivi, posture rigide (la famosa croce ne è la prova provata), ingombro
degli spazi e respinte, tante, tantissime respinte.
Insomma, che tu sappia tenere un pallone in presa non importa più e se da un lato può essere
comprensibile come dicevamo sopra, dall’altro però, quando non puoi farne a meno, ti trovi in
difficoltà. Karius ha dato un saggio di questa problematica nella finale di Kiev (sul mio sito
personale ho spiegato per filo e per segno tutti i suoi errori
https://cicciomariello.com/2018/06/06/karius-commozione-cerebrale-gli-errori-restano/ se volete
approfondire) De Gea ieri sera ha messo la ciliegina sulla torta.
Dunque, dove ha sbagliato il portiere della Spagna, considerato uno dei migliori al Mondo?
Sul tiro di Ronaldo (rasoterra e quasi alla figura), il portiere dello United decide di utilizzare un
tecnica conosciuta ad applicata anche da quelli delle generazioni precedenti; il ginocchio piegato.
E fin qui nulla di strano, dove sta il problema? Il problema sta nel fatto che le braccia e le mani sono
piatte e rigide, proprie di chi è abituato a respingere. Tanto è vero che se fate caso, in questo genere
di interventi, i portieri moderni non bloccano bensì stoppano il pallone,come se le mani fossero un
interno del piede. Solo che di solito il cuoio rimane a pochi centimetri di distanza ed è quindi
agevole imposessarsene in seconda battuta. Ma quando le cose vanno storte, ecco che arriva la
frittata. Come detto, la tecnica che prevede di piegare un ginocchio per bloccare i tiri rasoterra vuole
una partecipazione anche del tronco, braccia incluse. Le spalle vanno in avanti, il baricentro è
leggermente spostato in avanti, le braccia non sono tese ma flesse sui gomiti e le mani sono a
cucchiaio in modo da poter fermare la sfera ed eventualmente portarla al petto oppure
accartocciarcisi sopra a seconda delle circostanze. Andare con la schiena dritta, le braccia tese e le
mani piatte porta inevitabilmente ad un deficit di sensibilità che, se il pallone non è esattamente alla
figura ma spostato anche solo di pochi cm come nel caso del tiro di CR7, porta all’errore.
Dunque non si è trattato di una papera in senso stretto, bensì di un errore figlio di una filosofia che
sarà anche più moderna, ma espone a figuracce elementari…
Ciccio Mariello
You may like
Ha ragione Allegri: De Laurentiis comprasse di più e parlasse di meno se vuol vincere lo scudetto!
Se la Juve ruba, perché gli interisti adesso acclamano Marotta come il miglior dirigente in circolazione? Fate pace col cervello!
Ma nello scambio Bonucci-Caldara non era il Milan ad averci guadagnato? I fatti dicono il contrario, ma Leonardo è un genio e alla Juve hanno l’anello al naso…
La Juve vince perchè è la più forte e ha in squadra il più forte al mondo, non per il rigorino che comunque c’era come c’era quello su Dzeko, ma nessuno lo dice…
Quelli che parlano di Scansuolo si guardino il gol di Ounas e tacciano per sempre!!!
Valencia-Juve, il Cicciopensiero: l’importanza di sentirsi consapevole