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Ecco perchè il salto di qualità si fa con i Borini e non (purtroppo) con i Lapadula…
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7 anni agoon
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RedazionePartiamo da una doverosa premessa: chi scrive è uno di voi, uno di quelli che -pur costatandone le non eccelse doti tecniche- per Gianluca Lapadula ha sempre avuto un’epidermica simpatia. Del resto, chi potrebbe mai dimenticare il ‘soffio’ esalato da tutto San Siro per far rotolare in rete il primo pallone in serie A di questo ragazzo che, arrivato un anno fa dal Pescara, ha messo anima e corpo per la causa rossonera?
La domanda è prettamente retorica: nessuno. Sì, perchè Lapadula, nel bene e nel male, ha rappresentato il paradigma dell’ultimo Milan gestione Berlusconi, nonchè l’ultimo investimento economico firmato da Adriano Galliani. Un nome da copertina sì, ma per il calcio di serie B. Un giocatore generoso sì, ma che difficilmente è riuscito a lasciare il segno nei momenti importanti. Un idolo dei tifosi sì, ma forse più per ripicca a Bacca che per il suo reale valore.
Di lui ci ricorderemo la corsa sfrenata, il pressing debilitante (ai limiti dell’insensato) tipici di chi non ha nulla da perdere e tanto da dimostrare. Bene, questi sono presupposti per il vecchio Milan, ma non per il nuovo, che ha già palesato di voler puntare su giocatori già pronti oppure, in alternativa, su giovani dal sicuro avvenire. E il buon Lapa, con tutta la simpatia e la stima, non rientra in nessuno di questi due identikit.
Diverso il discorso per Fabio Borini, uno che -pur non essendo nemmeno lui un campione, vedi sopra- è uno che, calcisticamente parlando, il fatto suo lo sa, eccome. Intanto perchè stiamo parlando, piaccia o non piaccia, di un profilo internazionale, visto che tra Chelsea, Swansea, Liverpool e Sunderland è uno che il calcio inglese lo mastica. Non dimenticatevi poi che l’ex Sunderland ha fatto parte (senza mai scendere in campo) della spedizione azzurra ad Euro 2012, mettendosi al collo una medaglia d’argento al termine della finale di Kiev, persa contro la Spagna. E questo non è un motivazione di poco conto, visto che l’anno prossimo il Milan, salvo clamorosi imprevisti al 3° turno preliminare, giocherà l’Europa League e dovrà calcare quindi palcoscenici internazionali.
In più è stata spesso e volentieri sottovalutata la duttilità tattica di questo giocatore che, nello scacchiere offensivo di Montella, può ricoprire praticamente tutti i ruoli, dal momento che in carriera ha svolto mansioni sia da prima che da seconda punta, ma ha anche spesso e volentieri giocato da esterno. Destro o sinistro poi, fate voi, nel senso che l’avanti bolognese è in grado di giostrare palloni con entrambi i piedi.
E’ vero, Borini è uno che segna poco, ma non sarà suo il compito di gonfiare la rete: il suo arrivo in rossonero ha lo scopo di allungare la panchina di Montella e rimpiazzare gli esterni che hanno lasciato Milanello in questa finestra di mercato (i vari Deulofeu, Honda e Ocampos, tanto per capirci). Da lui il tecnico campano si aspetta aderenza al telaio tattico e parecchio movimento (anche senza palla) per propiziare i gol delle punte. Tra cui, ahinoi, probabilmente non ci sarà più il generoso Lapadula…
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