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Editoriale – Inter-Milan alle 12,30: di peggio proprio non si può fare!
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8 anni agoon
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RedazioneMi viene in mente quel giorno di luglio quando tutti sono pronti a segnarsi la data, quella da non dimenticare, quella che aspetti per tutta la stagione. La compilazione del calendario di Serie A è come il rompere una bottiglia prima di salpare in mare con una nuova nave, per tutti i tifosi è l’inizio della nuova stagione.
L’attesa per i big-match diventa non più astratta e indefinita ma concreta e presente dal momento in cui si conosce la data dell’ evento. Pensate cosa può essere un “derby” come quello tra Inter e Milan, negli ultimi anni giocato quasi sempre di sera, con il suo fascino e le sue emozioni.
Bene, quest’ anno in nome della “globalizzazione” il derby verrà giocato alle 12.30 di sabato pomeriggio per di più alla vigilia di Pasqua! Non oso immaginare tutte le persone che non potranno assistere all’evento causa impegni lavorativi (ovvio che la percentuale dei lavoratori sia maggiore il sabato rispetto al giorno di festa) e non voglio neanche immaginare l’atmosfera da “latte e biscotti” che si vivrà dentro lo stadio Meazza.
Certo, per aumentare i ricavi del nostro calcio è ora di cambiare, è ora di modernizzarsi ma sinceramente credo che lo si stia facendo nel modo peggiore. Per poter vendere il nostro calcio all’estero il prodotto deve essere vendibile, deve essere affascinante. Se mandiamo in onda un prodotto scarso avremo perso potenziali acquirenti per il futuro. Inter-Milan vedrà lo stadio comunque pieno ma non è mettendo una partita di “punta” in quell’orario che si risolvono i problemi.
Qualità media scarsa, stadi sempre più vuoti e perdita delle tradizioni che caratterizzano il nostro Paese. Ecco quello che stanno facendo! La Premier League, ad esempio, ha cambiato orari di gioco per essere più fruibile ma non ha mai ceduto al match serale nel weekend e al fantastico “Boxing day” del 26 dicembre. Non perdendo le proprie radici ha fatto si che gli inglesi possano , anche grazie a stadi all’avanguardia e a mezzi di trasporto adeguati, riempire gli stadi per ogni partita e rendere il calcio qualcosa di affascinante e vendibile sia in Inghilterra che all’estero.
Noi invece pretendiamo di mettere un “derby” ad un orario assurdo per un tifoso che vuole andare allo stadio e lasciare tutto il resto uguale. Il tifoso in Premier rimane il fulcro centrale della questione, in Italia no. Pensate solo alle file chilometriche fuori dai tornelli che per Inter-Milan inizieranno almeno verso le 10 del mattino, senza contare le difficoltà per raggiungere lo stadio che porteranno a code infinite sulle strade. Tutto senza un progetto dietro, tutto senza una logica per rendere più competitivo il nostro calcio, tutto senza strutture che permettano al tifoso i massimi comfort.
Prima di iniziare a vendere la Serie A all’estero bisogna fare in modo che sia un campionato potenzialmente capace di attirare gli appassionati di altri continenti. Se pensiamo di vendere il nostro calcio allo stato attuale, corriamo il rischio di illudere chi magari si avvicina alla nostra Serie A. Il risultato potrebbe essere controproducente per tutti e ormai è troppo tardi per sperare di avere una seconda opportunità.
Andrea De Boni
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