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ESCLUSIVA – Mangone: “Derby senza favorite, ma punto su Totti. Garcia parla di Juve per creare consapevolezza nei suoi”
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10 anni agoon
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RedazioneLa Roma si prepara a vivere un derby che potrebbe rivelarsi decisivo per la corsa allo scudetto affrontando una Lazio terza in classifica. Una situazione vissuta già nella stagione 2000-2001, quando uno dei giocatori giallorossi era Amedeo Mangone, raggiunto in esclusiva da ‘Calcissimo.com’.
Mister Mangone, dopo il turno dell’Epifania la Roma si è portata a -1 dalla Juventus e con questa consapevolezza si prepara ad affrontare la Lazio. Questo dato aggiungerà aspettative alla partita o il derby basta da solo?
“No, basta il derby che per la città di Roma da sempre rappresenta il viatico della stagione. Certo, quest’anno arriva in una situazione particolare che darà uno stimolo in più. La Roma è in piena lotta per lo scudetto e sta proseguendo l’ottimo lavoro già iniziato nella passata stagione. Penso possa farcela. Il derby costituirà una tappa importante nel raggiungimento degli obiettivi dei giallorossi, che sanno che la Juventus giocherà a Napoli e che quindi un eventuale passo fasso potrebbe generare il sorpasso, che sia una sconfitta o anche un pareggio dei bianconeri. Questo, chiaramente, a patto di battere la Lazio“.
Si sente di puntare in particolare su una squadra per il derby? O addirittura su un uomo?
“Questa è una di quelle partite che azzerano i valori dati fin qui dal campionato e vale per entrambe le squadre. Si gioca in un ambiente particolare, con una grande aspettativa. Se devo fare un nome dico quello di Totti, che già molte volte nella stracittadina è stato decisivo, ma anche la Lazio dispone di giocatori ormai consacratisi ad altissimi livelli. Penso a Felipe Anderson, che contro la Sampdoria ha giocato una partita eccellente, o a Mauri che sta vivendo un momento importante. Sono due squadre che attualmente hanno entrambe le carte in regola per vincere, sarà un derby senza favoriti. Anche perché le squadre scenderanno in campo con motivazioni diverse ed entrambe molto forti, la Roma vuole avvicinarsi allo scudetto, la Lazio che è terza spera di vivere una tappa importante verso la qualificazione alla prossima Champions League“.
Una situazione che ricorda quella del 2001, l’anno in cui anche lei vinse lo scudetto. In quell’anno temevate che una Lazio forte potesse rivelarsi un fattore nell’assegnazione del titolo?
“Non più di tanto, perché ogni partita è fondamentale e ha una storia a sé. Una squadra vincente deve fare la corsa prima di tutto su se stessa. Ovviamente, poi, alla fine si guardano anche i risultati delle rivali. Oggi come allora la Roma fa per forza di cose la propria corsa sulla Juve, ma deve pensare innanzitutto a vincere le proprie partite“.
Da collega di Garcia, come giudica il frequente riferimento del mister giallorosso allo scontro diretto di Torino? Da allenatore, si sarebbe comportato nello stesso modo?
“Io sono convinto che Garcia parli spesso di Juventus-Roma non tanto per fare riferimento alle decisioni dell’arbitro, ma per rimarcare l’attenzione del suo gruppo sul fatto che i valori delle due squadre sono analoghi. E quindi lui dice che, se fosse andata come doveva, la classifica sarebbe stata diversa. Ma io credo che un allenatore si comporti in questo modo non tanto per rinfocolare le polemiche, quanto per creare nei propri giocatori la consapevolezza della loro forza“.
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