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I 1467 giorni senza gloria del Milan, un record negativo da cancellare al più presto
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9 anni agoon
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RedazioneCalendario alla mano, questo 12 agosto 2015 è foriero di un record di cui tutti i tifosi del Milan avrebbero fatto volentieri a meno. Sono infatti 1467 giorni che la gloriosa società rossonera non riesce a vincere qualcosa di importante. La Supercoppa Italiana alzata al cielo di Pechino il 6 agosto 2011 fu l’ultimo trofeo finito nella bacheca del Diavolo. Mai, nell’era Berlusconi, l’astinenza da vittorie si era protratta così a lungo. Il precedente record negativo era durato 1466 giorni, ovvero dal memorabile pomeriggio di Perugia del 23 maggio 1999, che sancì la conquista dello Scudetto, alla magica notte del 28 maggio 2003, quando, all’Old Trafford di Manchester, Paolo Maldini alzò la sesta Coppa dei Campioni della storia rossonera.
Silvio Berlusconi, presidente del Milan dal 24 marzo 1986, aveva dovuto attendere poco più di 2 anni per celebrare il primo trionfo, lo Scudetto soffiato in volata al Napoli di Maradona. Sarebbe poi arrivata la stagione di gloria in campo internazionale griffata da Arrigo Sacchi e l’altrettanto redditizia era targata Fabio Capello, con Scudetti, Coppe e Supercoppe assortite. Un blackout di 3 anni coinciso con l’avvento del tecnico uruguayano Óscar Tabárez, oltre che con i fallimentari ritorni di Sacchi e Capello, e poi ecco il blitz tricolore del 1998/99, con Alberto Zaccheroni in panchina e George Weah e Oliver Bierhoff a trascinare la squadra a suon di gol. Poi, come detto, il lungo digiuno di 1466 giorni, fino alla gloria di Manchester. Era già il Milan di Carlo Ancelotti, che portò nelle bacheche dell’allora sede di Via Turati 8 trofei in 8 stagioni. Dopo il Mondiale per Club vinto in Giappone nel dicembre 2007, i tifosi rossoneri attesero più di 3 anni per festeggiare gli ultimi successi, lo Scudetto e la Supercoppa del 2011, firmati in panchina da Massimiliano Allegri e in campo da Zlatan Ibrahimović e dai vecchi leoni ormai al canto del cigno (i vari Rino Gattuso, Alessandro Nesta, Clarence Seedorf e compagnia).
Oggi, ecco dunque scoccare il 1467° giorno senza gloria. Un periodo lungo, quasi interminabile, destinato a durare ancora, nella migliore delle ipotesi, almeno fino al prossimo maggio. Una quaresima di poche gioie (su tutte, il 2-0 al Barcellona in Champions a San Siro del febbraio 2013) e di tante delusioni (il gol-non-gol di Sulley Muntari, gli acquisti sbagliati, le Coppe europee viste dalla TV e persino il sorpasso ad opera dell’Al Ahly quale club più titolato al mondo). Che ne sarà del Milan? Con un futuro societario ancora tutto da scrivere, rimane l’ottimismo per gli importanti investimenti messi in atto nelle ultime settimane, segno di una rinnovata voglia di mettersi in gioco da parte della proprietà dopo anni di avvilente mediocrità.
Le risposte, come sempre, sarà il campo a darle. Resta il fatto che i tifosi milanisti non meritano di vivere un’altra stagione orribile come quella appena trascorsa. Significherebbe aver tradito ancora una volta la loro fede, oltre che la gloriosa tradizione del club rossonero. E questo sarebbe davvero il più imperdonabile degli errori.
Luca Gandini
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