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Meteore bianconere – Il gemello mancato di Robben che diventò il grande errore di Conte… Lo riconosci?
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10 anni agoon
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RedazioneAnche Antonio Conte sbaglia. Il neo ct della Nazionale nelle ultime tre stagioni ha vinto altrettanti scudetti alla guida della Juventus, ma al suo anno d’esordio in bianconero indicò un acquisto che definire sbagliato appare riduttivo.
Estate 2011, la Vecchia Signora è reduce dalla sfortunata stagione sotto la guida di Luigi Delneri e affida la propria panchina a un vecchio cuore bianconero, Antonio Conte, che dopo la promozione con il Bari ha portato in A anche il Siena, regalando calcio spettacolo in cadetteria.
Tornato a Torino dopo i fasti da giocatore nelle due Juventus di Marcello Lippi, il salentino punta a riproporre il suo patentato 4-2-4 chiedendo e ottenendo un rinforzo ben preciso: Eljero Elia. La dirigenza lo accontenta e lo strappa all’Amburgo per poco meno di 10 milioni di euro. E in tanti si fregano le mani.
Elia, 24 anni, è una delle promesse del calcio pronte a tramutarsi in realtà: al Twente ha segnato in un anno (tra campionato, Coppa d’Olanda e Coppa UEFA) 14 reti trasferendosi quindi in Bundesliga, dove conferma tutte le sue doti di divoratore della fascia sinistra, esterno offensivo dalla corsa implacabile, dal dribbling irresistibile e dal vizio del gol, che cerca andando alla conclusione con il piede opposto. Praticamente un gemello calcistico di Arjen Robben, soltanto a piedi invertiti. E Sudafrica 2010 sembra confermare tutto ciò di buono si dice su questo ragazzo, che infatti è uno dei protagonisti dell’Olanda che arriva fino in finale, con lui in campo in tutte le partite fatta eccezione per i quarti contro il Brasile.
Tutti motivi per cui Conte è legittimamente entusiasta del suo acquisto. Almeno prima di abbracciare il giocatore a Vinovo.
L’Elia bianconero, infatti, gioca un tempo alla quinta giornata, nella trasferta di Madama a Catania (conclusa peraltro con un deludente 1-1). E’ fine settembre. Tornerà in campo (ma per soli quattro minuti) a dicembre, contro la Roma. La presenza successiva (19 minuti) arriva addirittura nel marzo 2012, a Marassi contro il Genoa (27esima giornata) dopo quattro panchine e ben otto tribune. Gli ultimi 26 minuti dell’anno Elia li gioca al ‘Silvio Piola’ di Novara nell’ultimo weekend di aprile, rompendo se non altro un’inquietante primato: con lui in campo la Juventus futura campione d’Italia non aveva mai vinto, ma soltanto pareggiato.
La realtà è che Conte nell’arco della stagione cambia idea tattica, trasformando l’atteso 4-2-4 in 4-3-3 e dando spazio a centrocampo in particolare a tre giocatori (Pirlo, Vidal e Pepe), gli ultimi due dei quali di fatto chiudono l’esperienza bianconera di Milos Krasic (ritenuto un po’ ingenerosamente una meteora, dopo una prima stagione alla Juventus in realtà tutt’altro che malvagia) e dello stesso Elia, che di fatto viene scartato ancora prima di vivere una autentica prova del nove.
Andrà al Werder Brema per 5,5 milioni (poco più della metà della cifra pagata per il suo arrivo), ‘forte’ di uno scudetto italiano che non sentirà mai suo fino in fondo e ritrovando i suoi antichi numeri solo nel 2013-2014, dopo un primo anno della sua seconda esperienza tedesca in cui probabilmente le scorie juventine non vengono ancora state del tutto debellate. Come dimostra una sua feroce dichiarazione a ‘Sport Bild’: “Tutti i giocatori avevano a disposizione una Ferrari o un bonus da 200.000 euro dopo la vittoria dello scudetto. Invece la Juventus mi ha costretto a rinunciare a questi premi per permettermi di unirmi al Werder Brema. Conte non mi ha mai parlato. Non mi ha rivolto nemmeno una parola durante l’anno. Mi ha completamente ignorato. Non ho mai vissuto un’esperienza così brutta e frustrante“.
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