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PAGELLE – I voti al mercato di riparazione rossonero: l’unico promosso è Dustin junior…
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10 anni agoon
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RedazioneDoveva essere il mercato del rilancio delle ambizioni rossonere ma, a giudicare dal campo, le cose non sono andate così. Anzi, dei sei nuovi acquisti arrivati a gennaio, molti si sono persi senza riuscire ad incidere, altri sono stati subito bloccati da alcuni infortuni e altri ancora non hanno nemmeno visto il campo…
Vediamoli caso per caso…
CERCI: era arrivato come l’uomo della Provvidenza, l’ eletto da Pippo Inzaghi indispendabile per il 4-3-3 soffiato sul filo di lana ai cugini nerazzurri, ma la verità è che -nello scambio con Torres- a perderci è stato il Milan. Sempre pronto a ‘scattare’ per un nulla, troppo spesso nervoso e polemico con arbitri, avversari o gli stessi compagni, Cerci fino a questo momento è stato senza dubbio il più deludente dei nuovi acquisti rossoneri. Appena quattro presenze da titolare e otto totali in oltre due mesi, senza gol né assist a referto. Che sia vero che, per rendere al meglio, ha bisogno di Ventura? Voto 4,5
PALETTA: premesso che, quest’anno, ha avuto diversi infortuni che ne hanno compromesso (e non poco) il rendimento, l’oriundo è approdato in rossonero a gennaio per registrare una difesa ‘colabrodo’ e dare solidità e centimetri ad un reparto in grande difficoltà. Missione solo in parte riuscita, perchè il vero Paletta (quello che -per intenderci- lo scorso anno ha blindato la difesa del Parma strappando anche la convocazione al Mondiale) in rossonero non si è ancora visto. Tra infortuni, partite sfortunate ed errori marchiani, stiamo ancora aspettando di vederlo finalmente al 100%. Voto 5
SUSO: per la serie ‘Chi l’ha visto?’. E pensare che il Milan ha sborsato quasi un milione di euro per portarlo subito in rossonero, senza nemmeno aspettare giugno quando il talento iberico sarebbe potuto approdare comodamente in rossonero e con la formula che tanto piace ai padroni di casa (a parametro zero, per chi non l’avesse capito!). Resta quindi un enigma irrisolto capire cosa possa dare alla squadra se viene sempre relegato in panchina, o peggio ancora in tribuna. Che fretta c’era? S.V.
ANTONELLI: lui sì che ha convinto. Vuoi per la fede dichiaratamente rossonera, vuoi per la nobile discendenza (il padre Roberto fu bomber rossonero negli anni ’70-’80), il buon Luca ci ha messo pochissimo ad entrare nei cuori dei tifosi rossoneri, tanto che qualcuno ha anche proposto di eleggerlo subito capitano degli undici di Pippo Inzaghi. Il che, a livello di carsima, non farebbe una piega, ma purtroppo per lui ci sono delle gerarchie da rispettare (chiedere per informazioni a Seedorf). Comunque, dopo il gol alla Juve e un paio di partite davvero di pregevole fattura, anche Dustin Jr. ha un po’ mollato la presa e si è appiattito sul livello dei compagni. Per la serie: predicare nel deserto… Voto 6,5
BOCCHETTI: nessuno ha capito bene che bisogno ci fosse di richiamare dalla Russia il soldato Salvatore, elemento già discreto nella sua prima esperienza italiana e apparso evidentemente ‘arrugginito’ dalla sua campagna moscovita. E, in effetti, le sue prestazioni sul campo non hanno certo reso la difesa rossonera ermetica stile ‘Stalingrado’, ma, anzi, nelle ultime partite sono stati diversi gli errori imputabili al difensore campano. Non ultimo, il disastroso rinvio ‘svirgolato’ che ha poi propiziato il pareggio del Verona a firma di Nico Lopez. Insomma, non proprio un grande inizio… Voto 4,5
DESTRO: e alla fine arriva Destro. Anche lui, al pari di Cerci, sarebbe dovuto essere il ‘fiore all’occhiello’ della campagna acquisti rossonera. E, come Cerci, ha invece deluso. E tanto. Al punto che -presumibilmente- i rossoneri lo rispediranno al mittente a fine stagione. Troppi infatti i 17 milioni di euro da destinare all’eventuale riscatto dell’attaccante piceno, partito subito con un gol e oggi scivolato addirittura dietro a Pazzini nelle gerarchie di Superpippo. Troppe anche le difficoltà nello stare in campo, dove più che un terminale offensivo sembra un corpo estraneo rispetto ad una squadra senz’anima e senza cuore, che non gli propone un pallone che sia uno, né in verticale, né dalle fasce. E lui, pur generoso, non la vede mai. Né la palla, né tantomeno la porta. Voto 5
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