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Pioli-De Boer, non ci sono paragoni: ecco perchè…
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8 anni agoon
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RedazioneSembra passata un’eternità dall’addìo di Frank De Boer dalla panchina nerazzurra, eppure se andiamo a vedere il calendario la prima partita di Pioli come tecnico della Benamata è datata 20 novembre 2016 in occasione del derby pareggiato allo scadere grazie al gol di Perisic. Vero, nel mezzo la breve parentesi del tecnico della Primavera Vecchi, ma un’apparizione troppo fugace per poterla considerare importante ai fini dell’andamento della squadra in questa stagione.
Poco più di 60 giorni fa spopolava sui social network l’ashtag #iostocondeboer e le lamentele nei confronti della società fioccavano come la neve che sta imbiancando il sud italia in questi giorni. Tra lo scetticismo generale e i famosi “casting”, la dirigenza sceglie Mister Pioli, subito considerato un “normalizzatore” e un traghettatore alla quale consegnare questa nave alla deriva in attesa di venti migliori e della prossima stagione per far ripartire il progetto di Suning.
Personalmente non sono mai stato un grande estimatore di De Boer, sicuramente uomo di calcio ma forse messo nel posto sbagliato al momento sbagliato. Di certo il tecnico olandese non ha fatto nulla per facilitare il suo inserimento nel nostro campionato, prima rifiutando all’interno del suo staff una figura che conoscesse il nostro, poi sperimentando moduli diversi in poche partite e infine spostando giocatori in ruoli non sempre congeniali. A dir la verità anche io dopo la bellissima partita contro la Juve ho pensato che poteva essere la svolta decisiva per le nostre ambizioni ma sono bastate altre 3 giornate per pensare che quel match sia stato più un fuoco di paglia che una realtà alla quale ci saremmo abituati. Certo, la società di colpe ne ha avute abbastanza e su questo non ci piove (anche perchè in questo periodo nevica) ma la mia sensazione è che De Boer non stesse facendo nulla per migliorare una stagione che in poche settimane sembrava già fallimentare.
L’arrivo di Pioli non ha fatto altro che consolidare i miei dubbi sul suo predecessore: la squadra continua ad avere delle carenze strutturali, mancanza di personalità e difficoltà nella gestione delle partite ma la sensazione che qualcosa è cambiato sembra evidente. Qualcuno parla di mera fortuna ma la sorte la lascio a quelli superstiziosi e che amano lasciare le decisioni al fato, io credo invece che tatticamente e mentalmente Pioli abbia portato delle novità fondamentali. Udine ha mostrato nel primo tempo l’Inter svogliata e disattenta vista e rivista in questo campionato ma la differenza l’ha fatta quello che abbiamo visto nella ripresa: cambio di marcia, squadra rimansta in partita anche nelle difficoltà e gruppo unito nel cercare di raggiungere l’obiettivo. Tutto questo è frutto del lavoro di Pioli che, grazie anche all’ingresso di Samuel nel suo staff, è sato subito capace di inserirsi al meglio nella realtà nerazzurra. Di “normalizzatore” per me l’ex tecnico della Lazio non ha proprio nulla se non il fatto di aver riportato l’Inter ad ottenere risultati più normali per il blasone che ha.
Questo non cancella il fatto che la società ha commesso degli errori e che la squadra faticherà in tante altre occasioni durante la stagione ma se penso ai punti di distacco dal terzo posto, un pizzico di rammarico per quello che si è visto nella prima parte del girone di andata non può non venire.
Andrea De Boni
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