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Quel rigore doveva arrivare ed è arrivato! Se non lo avesse fischiato al 93′, lo avrebbe fatto ai supplementari: al Bernabeu è sempre così!
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7 anni agoon
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RedazioneParliamoci chiaro, inutile prendersi in giro, non è questione di se, ma di quando. Quel rigore doveva arrivare ed è arrivato: se Oliver non lo avesse fischiato al 93′, lo avrebbe fatto sicuramente più avanti, ai supplementari, perché era chiaro a tutti, a lui per primo, che il Real, altrimenti, non avrebbe segnato neppure con le mani! La storia insegna e si ripete, al Bernabeu è sempre così! Ricordate il Bayern di Ancelotti, derubato a Madrid, non più tardi di un anno fa?
I precedenti sono numerosi, anzi innumerevoli, impossibile contarli sulle dita di una mano, ci vorrebbe un pallottoliere e forse non basterebbe! La storia ci racconta di un Real imbattibile in Europa, che guarda tutti dall’alto delle sue dodici Champions, ma nessuno forse si è mai soffermato a riflettere, anche solo per un istante, sul modo in cui i Blancos abbiano riempito la loro scintillante bacheca…
Dodici Coppe dei Campioni/Champions League, dicevamo, ma quante di queste possono dirsi davvero meritate? Cominciamo dalla prima, stagione 1955/56, una sorta di ‘coppetta dell’amicizia’ o torneo della bocciofila, se preferite, dal momento che le partecipanti venivano inviatate e non tutte detenevano il titolo di campione nazionale (dunque di che coppa dei campioni stiamo parlando?). La vince il Real in finale coi francesi dello Stade de Reims…
Saltiamo la seconda e arriviamo alla terza, vinta ancora dai madridisti, approfittando dello schianto dell’aeromobile a bordo del quale viaggiava il formidabile Manchester United dei ‘Busby Babes’! Nella quinta edizione, non si sa perché, il Real è qualificato di diritto (divino?) agli ottavi di finale e di lì in avanti la strada è tutta in discesa! Ne vincono un’altra nel 1966, poi più nulla sino al 1998 (32 anni senza successi), quando ad Amsterdam derubano la Juve (purtroppo sì, accadde già allora) con un gol in fuorigioco di Mijatovic! Con un salto temporale di diciotto anni giungiamo al 2016, anno di grazia in cui a San Siro, scippano i cugini dell’Atletico con una rete, ancora in offside, del simpaticissimo Sergio Ramos. Tutto come da copione anche ieri sera al Bernabeu: adesso avete capito perché quel rigore sarebbe stato fischiato comunque, se non prima, dopo?
E adesso veniamo a sua maestà CR7, il figlio del Dio del Calcio incarnatosi in spoglie umane, che all’andata si era preso, e giustamente, gli applausi dello Stadium, ma che ieri sera quegli applausi non ha sentito l’urgenza di restituirli a chi lo ha quasi buttato fuori dalla Champions, riuscendo lì dove tutti avevano fallito, segando tre gol al Bernabeu! Non bastano rovesciate, tunnel e gol a grappoli per dimostrarsi fuoriclasse, occorre anche altro…
Ci saremmo aspettati, da un fuoriclasse appunto, che tributasse all’avversario il doveroso riconoscimento, sottolineandone la bravura e ammettendo i propri limiti, anziché polemizzare! Questo avrebbe dovuto fare, CR7: applaudire, come era stato applaudito, eppure non lo ha fatto… Rimane inimitabile, inarrivabile, sul campo, nessun dubbio, ma fuori… Meglio lasciar perdere!
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