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Sette capitani in 22 gare: a questo Milan manca un leader!
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10 anni agoon
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RedazioneSette personaggi in cerca d’autore, e ci perdonerà Luigi Pirandello per l’aggiustamento, alla guida del Milan. Tanti sono infatti i capitani che si sono susseguiti in questa tormentata stagione rossonera: sette capitani, dicevamo, su 22 partite totali. Praticamente un leader diverso ogni tre gare di campionato e se non è record, poco ci manca.
Si era partiti -ad inizio stagione- con l’idea di aspettare l’infortunato capitan Montolivo in vista del suo rientro dal brutto infortunio subito a pochi giorni dall’inizio del mondiale. Da allora, la confusione è regnata sovrana nell’assegnazione del prestigioso riconoscimento: prima è toccato a Bonera per evidenti limiti di anzianità rossonera, quindi ad Abbiati (che ad inizio stagione -se ricordate- sostituì l’infortunato Diego Lopez per qualche partita), poi ad Abate (in occasione di Milan-Palermo), per poi finire recentemente sul braccio dei vari Alex, Muntari e Mexes. Con i risultati che tutti sappiamo in termini di prestazioni.
Posto che indossare la fascia di capitano al Milan comporta onori ma anche oneri pesanti, è il caso di valutare bene la personalità dei giocatori cui questa fascia viene affidata: se già Montolivo non rispecchia il capitano ideale nel quale si rivedono i tifosi rossoneri a causa del poco carisma in campo, a maggior ragione giocatori come Muntari e Mexes, i cui comportamenti in campo vanno spesso ‘sopra le righe’ non possono essere presentati come capitani in occasioni importanti come il big match della Juve dell’altra sera.
La sensazione è infatti che la fascia ‘inibisca’ le potenzialità dei giocatori che -forse caricati di eccessiva responsabilità– finiscono spesso per steccare la partita e fornire prestazioni all’altezza non solo della fascia, ma anche della casacca rossonera.
Senza poi contare che una squadra senza capitano, è una squadra senza leader: ed è proprio un uomo carismatico, in grado di dare sicurezza al gruppo e -perchè no- anche ad un allenatore emergente, ciò che più manca a questo Milan, da sempre abituato a schierare sul campo gente come Maldini o Baresi o -in epoca più recente- un motivatore come Massimo Ambrosini.
Sì, perchè la fascia di capitano del Milan non può essere trattata alla stregua di una banderuola o di una pettorina da affidare -a turno- ai giocatori in allenamento: la fascia è sinonimo di responsabilità e di senso d’appartenenza. Proprio quello che manca a questo povero Diavolo…
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