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Da Telstar a Brazuca: il protagonista dei Mondiali è sempre il pallone
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10 anni agoon
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RedazioneLe generazioni si susseguono: da Pelè a Neymar, da Maradona a Messi, da Zoff a Buffon. Da un campione ad un altro, ognuno simbolo della propria epoca. E da un pallone ad un altro, ognuno figlio della tecnologia della propria epoca. La svolta giunge nel ’70, in Messico, per merito di un signore tedesco che di nome fa Adi, di cognome Dassler. Vi ricorda niente?
Questo signore applica al calcio i concetti di modernità e tecnologia attraverso l’introduzione di un pallone rivoluzionario, pensato e realizzato per essere teletrasmesso. Addio al vecchio, pesantissimo ed anche un po’ irregolare pallone di cuoio marrone con camera d’aria interna ricavata dalla vescica di maiale e benvenuto Telstar, composto di 32 esagoni bianchi e neri cuciti a mano.
Comincia così il connubio Adidas-FIFA, che dura ancora oggi e che fa del colosso tedesco il fornitore unico di palloni della storia dei Mondiali. L’evoluzione della specie continua con il Tango, protagonista ad Argentina ’78 e Spagna ’82. È il pallone che Pablito Rossi spedirà per 6 volte di fila alle spalle dei portieri avversari in quel Mundial di 32 anni fa, il cui ricordo è ancora vivo nei nostri occhi.
Nell’86 si torna in Messico, dove tutto aveva avuto inizio: al Telstar del ’70 si sostituisce Atzeca, il primo pallone in materiale sintetico per una durata maggiore. Nel ’90 ecco Etrusco, il cui nome è un chiaro omaggio al glorioso passato del Paese ospitante, l’Italia. A Usa ’94 è la volta di Questra, che sarà calciato in curva da Baresi e Roby Baggio al termine dei 120′ di Pasadena.
Il Tricolore di Francia 98′ sarà pure lui amaro per i nostri colori, stampato sulla traversa da Gigi Di Biagio anche stavolta dagli 11 metri. Quando i Mondiali sbarcano per la prima volta in Oriente, è il Fevernova a spopolare, pallone ufficiale di Corea-Giappone 2002. Quattro anni più tardi, in Germania, il Teamgeist certifica il quarto successo mondiale dell’Italia: per una volta i rigori ci sorridono e la fortuna salda il suo debito con noi.
Nel 2010, a rotolare sui campi del Sud Africa, accarezzato dalle zampette vellutate dei giocolieri del Tiki Taka, è Jabulani, incubo dei portieri perché capace di disegnare traiettorie imprevedibili. E poi c’è Brazuca, orgoglio del popolo brasiliano, prim’attore del Mondiale dei Mondiali. Perché in fondo il protagonista è sempre lui, il pallone.
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