Pagelle Inter
Juve, il pagellone dei campioni: Pirlo e Tevez primi della classe, Giovinco dietro la lavagna
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10 anni agoon
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RedazioneBUFFON: il suo 2014 si chiude in positivo, con parate da ricordare e per ricordare che è ancora il numero 1 al mondo, non ce ne voglia Neuer. Qualche errore ci può stare, perché dopotutto, errare è umano, ma lui quantomeno non persevera. Anzi, le poche volte che sbaglia, trova dentro di sè la forza per superare l’impasse, la forza che solo i grandi hanno dentro di sè. Voto 9
LICHTSTEINER: l’anno che volge al termine gli ha portato un altro scudetto, il terzo consecutivo, e un rinnovo di contratto che non pareva così scontato, nonostante il pendolino svizzero si sia confermato elemento imprescindibile dello scacchiere tattico di Conte prima e Allegri poi. Voto 8
BARZAGLI: ormai si son perse le tracce del miglior difensore italiano delle ultime tre stagioni, non si sa se e quando tornerà in campo. Tifosi, allenatore e compagni lo aspettano, ma rischiano di aspettare invano un Godot che non arriverà mai. Prima dell’infortunio comunque il buon Andrea aveva fatto in tempo a mettere in bacheca il suo terzo scudetto di fila. Uno scudetto vinto da assoluto protagonista. Voto 7
BONUCCI: alterna prodezze da fenomeno alle solite “bonucciate”, ma lui è così, prendere o lasciare. Vederlo giocare a volte è delizia, a volte strazio e si rimane sempre sospesi tra l’essergli grati e il chiedergli i danni, morali e non. Voto 7
CHIELLINI: il rinnovo di contratto recentemente firmato lo legherà a vita alla Juve, ma questa Juve ha ancora bisogno di lui? Certo le prestazioni dell’ultimo anno non sempre sono state all’altezza di quella diga difficilmente tracimabile che eravamo abituati a vedere. Poca classe, certo, ma tanta abnegazione e grande forza. Adesso anche dell’abnegazione e della forza non v’è più traccia. Chiello dove sei finito? Ritrovati! Voto 5
ASAMOAH: esterno, mezzala e addirittura terzino, dove lo metti sta e sta bene. Lo sapeva Conte e adesso lo ha capito anche Allegri, che infatti si rammarica di non poter contare su di lui fino a marzo del nuovo anno. Quello vecchio non si è concluso nel migliore dei modi, complice un ginocchio malandato che ha richiesto un intervento chirurgico, ma Asa non è tipo da piangersi addosso. Voto 6,5
CACERES: panchinaro di lusso promosso al ruolo di titolare per l’infortunio di Barzagli, l’uruguayano i gradi di titolare li ha conquistati sul campo, se li è meritati, ma poi li ha persi a causa di un guaio muscolare che non ha ancora risolto. Si spera che il nuovo anno possa restituirlo alla causa juventina, se lo augura in particolare Allegri che per far la conta dei difensori a disposizione ormai utilizza soltanto tre dita. Voto 6,5
OGBONNA: oggetto misterioso sotto la gestione Conte, baluardo prezioso con Allegri, che è riuscito a recuperarlo anche e soprattutto dal punto di vista mentale. L’Angelo Nero è tornato il difensore affidabile ed esplosivo che tutti avevamo apprezzato nel Toro. Voto 6,5
EVRA: vecchio elefante stanco e morente che ha trovato il suo cimitero in Italia, dal momento che i cimiteri stranieri, quello inglese in primis, non hanno loculi liberi. Non serve aggiungere altro. Anzi sì, complimenti a chi l’ha preso! Voto 4
RÓMULO: una sola gara da titolare in bianconero, per altro davvero ben giocata, e tanta sfortuna. Anche lui come Asamoah finisce sotto i ferri e si augura che il nuovo anno gli riservi una sceneggiatura migliore. S.V.
PIRLO: se Dio giocasse a calcio sarebbe Andrea Pirlo (Papa Francesco perdono), perché Andrea Pirlo è l’essenza stessa del calcio. Le divinità non hanno età! Voto 10
VIDAL: il guerriero d’un tempo dev’essere caduto da qualche parte in battaglia, disperso chissà dove. Lo cercano, lo chiamano, ma lui non risponde. Voto 5
POGBA: un po’ Zidane, un po’ Vieira, semplicemente Paul Pogba. Fuoriclasse assoluto a soli 21 anni, un predestinato. Gioca come un veterano, ma del ragazzino che è mostra alcuni difetti sui quali dovrà lavorare e tanto. Una gioia per gli occhi le sue danze leggiadre con il pallone. Voto 8
MARCHISIO: mezzala o regista, per lui non fa differenza, sa far bene entrambe le cose. Il vice Pirlo la Juve lo aveva già in casa e ad accorgersene per primo è stato Conte, seguito da Allegri, che al Principino non rinuncia mai. Voto 7
PEREYRA: si diceva fosse la controfigura di Vidal, ma Roberto è molto di più di una controfigura, ha tutto per diventare un attore protagonista. Certo, deve ancora crescere e migliorarsi, ma se la Juve sostiene Pereyra, si potrà leggere un buon romanzo. Voto 6,5
PADOIN: un uomo per tutte le stagioni e per tutti gli allenatori. Cocco di Conte, entrato nel cuore di Allegri, che ne apprezza l’umiltà e la costanza. Certo, il talento è un’altra cosa… Voto 6
TEVEZ: la carica rabbiosa e orgogliosa degli Apache, la passione bruciante dei tangueri argentini, i piedi estrosi e irriverenti dei più grandi numeri 10 della tradizione bianconera e albiceleste. È riuscito nella titanica impresa di alleviare il dolore del popolo juventino per l’uscita di scena del Capitano, Alex Del Piero. Chapeau! Voto 10
LLORENTE: il suo 2014 non si è chiuso come era iniziato, i numerosi gol messi a segno nella passata stagione sono oggi un ricordo crepuscolare, ma, complessivamente, il bilancio di questo primo suo anno e mezzo in Italia rimane più che positivo. Voto 7,5
MORATA: non giocava nel Real e per questo ha scelto la Juve, se non fosse che gioca poco anche nella Juve. Quattro gol in pochi spezzoni di gara giocati in campionato non sono malaccio, ma forse sono più quelli che si è mangiato. Voto 5,5
COMAN: strappato a parametro zero al PSG, questo giovanissimo fantasista con le stigmate del fenomeno, ha impressionato tutti, addetti ai lavori e non, per un innato talento e una maturità non comune per la sua età. Il futuro è suo. Voto 6,5
GIOVINCO: il nuovo anno lo porterà altrove, alla Juve se ne sentirà la mancanza? La risposta è facilmente intuibile… Voto 4
ALLEGRI: non si può non riconoscergli di aver finora svolto un discreto lavoro se la Juve è prima in campionato e agli ottavi di Champions, ma, d’altro canto, non si può fare a meno di sottolineare come il suo essere molle e compassato abbia normalizzato una squadra che faceva dell’anormalità la sua forza. La Juve feroce e famelica di Conte ha lasciato il posto a una Juve ragioniera, che amministra e non affonda, tenendo l’avversario pericolosamente in vita. Se Mourinho è lo Special One, Allegri è il Normal One per eccellenza, l’archetipo dell’uomo medio. Voto 5
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