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Juve, l’importanza di chiamarsi Marchisio
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10 anni agoon
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RedazioneL’importanza di chiamarsi Marchisio, così, parafrasando Oscar Wilde, si può riassumere la prova del numero 8 bianconero nella gara contro il Milan. Contrasta, recupera, imposta, conclude, sa far tutto Claudio e sa farlo bene. Tuttocampista a tutto tondo, regista e mediano, assistman e goleador, Marchisio dove lo metti sta e ci sta bene. Lo vedi sdradicare il pallone dai piedi di Muntari a metà campo e lo ritrovi un attimo dopo al limite dell’area avversaria a concludere verso la porta. E proprio da due conclusioni velenose di Marchisio nascono il gol di Bonucci e quello di Morata, arrivati nei momenti di maggior sofferenza della Juve, quando la squadra di Allegri stava pericolosamente lasciando campo a un Milan orgoglioso e determinato. Avrebbe meritato miglior fortuna la sassata mancina che ha scosso la porta di Diego Lopez schiantandosi a velocità supersonica sul palo di destra, ma, considerando che il pallone ha poi terminato la sua corsa tra i piedi di Morata per il più facile dei tap in, siamo sicuri che Claudio non se la sarà presa poi troppo con la dea bendata. Se la sarà presa invece eccome con Marchisio il povero Sulley Muntari, che pareva una vecchia bianchina smarmittata all’inseguimento di una Jaguar.
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